A discapito di chi sostiene
polemicamente che l'underground musicale italiano è piatto e privo di idee
originali, consiglio vivamente di ascoltare questa band, The Natural Mystic, gruppo di
cui possiedo pochissime informazioni biografiche. Il lavoro in questione si
chiama The End ed è un'opera divisa
in quattro tracce, di cui due lunghe suite che superano i sedici minuti di
durata. La cosa che colpisce subito l'ascoltatore è il vasto calderone sonoro
utilizzato dalla band: echi di metal ed hard rock (System of a Down, Queensryche, Deep Purple), psichedelica, west
coast (Crosby, Stills and Nash) e folk progressivo (Strawbs, Magna Carta). Il gruppo fa un
largo uso delle chitarre acustiche a 6 e 12 corde (Galbo, Angel e Dile sono i
chitarristi e quest'ultimo è anche il vocalist) e del flauto (suonato anch'esso
da Angel), oltre ad utilizzare un massiccio uso di percussioni grazie al
brillante contributo di Pacho, storico percussionista dei Karma, band italiana attiva negli anni
‘90. Il perno del disco sono le due lunghe suite, The scream inside in my
mind, con il suo intro
affascinante di percussioni africane e con i suoi chiaroscuri creati dalle
chitarre elettriche ed acustiche. Molto piacevole la duttilità della voce
solista che risente dell'influenza dei grandi vocalist rock/metal del passato,
in particolare di Geoff Tate (Queensryche)
e di Ian Gillan (Deep
Purple) ed in generale buone appaiono le armonie vocali create dagli altri componenti
della band. Molto valida la performance della sezione ritmica composta da
Zamaun (basso, tastiere e voce) e dal già citato Pacho alla batteria ed alle
percussioni. Azzeccati e mai sopra le righe gli interventi tastieristici. La
seconda suite, Town of my heart, ha un intro bucolico di chitarre
acustiche a dodici corde e pone il flauto in bella evidenza. Anche in questo
caso la band dimostra di avere idee da vendere e di essere in grado di
imbastirle con un buon piglio tecnico, senza però mai eccedere nel virtuosismo
strumentale. Le due tracce rimanenti sono El pecador e My garden,
due song di pregevole fattura: la prima con un piglio più metal, con il suo
intro di doppio pedale; la seconda caratterizzata da atmosfere west coast. Concludendo
direi che i Natural Mystic sono una band di assoluto spessore e questa loro
opera può essere ritenuta interessante da coloro che amano le contaminazioni di
generi. Questo lavoro si distacca fortemente dal progressive classico ma potrà
essere apprezzato da tutti coloro che non si aspettano un'ennesima band clone
di Yes o Genesis. L'unica nota negativa è forse la produzione ed il sound delle
chitarre elettriche, un po' piatto e poco incisivo, cosa che peraltro non
toglie assolutamente valore all’album. (Marco Causin)
El Pecador (Official Video)
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