sabato 14 marzo 2015

DEWA BUDJANA, Hasta Karma (2015)


Ancora poco conosciuto nel nostro paese, l’indonesiano Dewa Budjana è un’autentica star della chitarra e vanta un certo appeal a livello internazionale, visti i tanti nomi eccellenti che lo hanno spesso accompagnato nei suoi dischi. Questa nuova release, Hasta Karma, è intrisa di fusion e jazz rock progressivo, molto tecnico ma anche pieno di feeling, complice un’ottima intesa raggiunta in studio tra il leader e il gruppo a sua disposizione. E d’altronde quando in formazione hai gente del calibro di Joe Locke, leggendario vibrafonista di New York e la sezione ritmica della band di Pat Metheny, formata dal bravissimo Ben Williams al basso e dallo straordinario Antonio Sanchez alla batteria, tutto probabilmente diviene più semplice. Un quartetto superlativo, capace di creare atmosfere che trasportano, vibranti e sontuose, a cui va aggiunta la partecipazione di un grande pianista come Indra Lesmana, presente in metà dei brani. Composizioni intricate, arrangiamenti raffinati, capacità di scrittura, tutti elementi che confermano l’ascesa di Budjana, non solo guitar hero ma anche attento manipolatore di suoni e sfumature. La musica di Dewa sa essere descrittiva, “colta” e maestosa ma anche pregna di groove e calore e in questo la line up ha contribuito con momenti individuali di grande spessore. L’iniziale Saniscara ricorda in qualche frangente gli Arti & Mestieri che furono, con un notevole interplay tra Locke e un magistrale Williams, un grande momento fusion con Dewa dapprima defilato e poi protagonista con un solo elegante e preciso, prima del finale dominato dal drumming di Sanchez. Desember parte soffusa, con un Budjana visibilmente pacato, prima dell’esplosione di un potente riff seguito da un solo di chiara matrice rock, ottimo esempio di versatilità ed eclettismo all’insegna di un jazz progressivo dirompente e imparentato con la fusion. Jayaprana è un calibrato jazz rock molto comunicativo, mai criptico e che ha il merito di mostrare le spiccate doti melodiche del chitarrista, ben coadiuvato dalla validissima sezione ritmica, una delle più quotate del mondo. Ruang Dialisis ha un inizio misterioso, notturno, un rituale in cui Dewa gioca a fare il cerimoniere, crogiuolo di classe e inventiva. L’ingresso di Jro Ktut alla voce sposta i confini verso l’Asia, un jazz enigmatico e proteso verso la world music, con Lesmana ben inserito nei fraseggi dell’ensemble e Budjana protagonista di un ispirato e caldo solo nel finale del pezzo. In Just Kidung torna la fusion, dieci minuti di cambi di tempo e soluzioni tipiche del genere, qui omaggiato con tanto di soli di basso e piano a cui risponde l’ottimo Dewa, sempre supportato dalla grande qualità del gruppo. Il finale è contraddistinto dalla ballata Payogan Rain, una lenta jazz song con un corposo solo di Williams, una melodia ammaliante che funge quasi da chorus e un intervento di Dewa ben strutturato. Hasta Karma è un ottimo ritorno per il musicista indonesiano e non posso che consigliarlo ai tanti estimatori di chitarristi come Pat Metheny, Allan Holdsworth e John McLaughlin. (Luigi Cattaneo)

Desember (Video)

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