Ancora poco conosciuto
nel nostro paese, l’indonesiano Dewa Budjana è un’autentica star della chitarra
e vanta un certo appeal a livello internazionale, visti i tanti nomi eccellenti
che lo hanno spesso accompagnato nei suoi dischi. Questa nuova release, Hasta Karma, è intrisa di fusion e jazz
rock progressivo, molto tecnico ma anche pieno di feeling, complice un’ottima
intesa raggiunta in studio tra il leader e il gruppo a sua disposizione. E
d’altronde quando in formazione hai gente del calibro di Joe Locke, leggendario
vibrafonista di New York e la sezione ritmica della band di Pat Metheny,
formata dal bravissimo Ben Williams al basso e dallo straordinario Antonio
Sanchez alla batteria, tutto probabilmente diviene più semplice. Un quartetto
superlativo, capace di creare atmosfere che trasportano, vibranti e sontuose, a
cui va aggiunta la partecipazione di un grande pianista come Indra Lesmana,
presente in metà dei brani. Composizioni intricate, arrangiamenti raffinati,
capacità di scrittura, tutti elementi che confermano l’ascesa di Budjana, non
solo guitar hero ma anche attento manipolatore di suoni e sfumature. La musica
di Dewa sa essere descrittiva, “colta” e maestosa ma anche pregna di groove e
calore e in questo la line up ha contribuito con momenti individuali di grande
spessore. L’iniziale Saniscara ricorda
in qualche frangente gli Arti & Mestieri che furono, con un notevole
interplay tra Locke e un magistrale Williams, un grande momento fusion con Dewa
dapprima defilato e poi protagonista con un solo elegante e preciso, prima del
finale dominato dal drumming di Sanchez. Desember
parte soffusa, con un Budjana visibilmente pacato, prima dell’esplosione di
un potente riff seguito da un solo di chiara matrice rock, ottimo esempio di
versatilità ed eclettismo all’insegna di un jazz progressivo dirompente e
imparentato con la fusion. Jayaprana è
un calibrato jazz rock molto comunicativo, mai criptico e che ha il merito di
mostrare le spiccate doti melodiche del chitarrista, ben coadiuvato dalla
validissima sezione ritmica, una delle più quotate del mondo. Ruang Dialisis ha un inizio misterioso,
notturno, un rituale in cui Dewa gioca a fare il cerimoniere, crogiuolo di
classe e inventiva. L’ingresso di Jro Ktut alla voce sposta i confini verso
l’Asia, un jazz enigmatico e proteso verso la world music, con Lesmana ben
inserito nei fraseggi dell’ensemble e Budjana protagonista di un ispirato e
caldo solo nel finale del pezzo. In Just
Kidung torna la fusion, dieci minuti di cambi di tempo e soluzioni tipiche
del genere, qui omaggiato con tanto di soli di basso e piano a cui risponde
l’ottimo Dewa, sempre supportato dalla grande qualità del gruppo. Il finale è
contraddistinto dalla ballata Payogan
Rain, una lenta jazz song con un corposo solo di Williams, una melodia
ammaliante che funge quasi da chorus e un intervento di Dewa ben strutturato. Hasta Karma è un ottimo ritorno per il
musicista indonesiano e non posso che consigliarlo ai tanti estimatori di
chitarristi come Pat Metheny, Allan Holdsworth e John McLaughlin. (Luigi
Cattaneo)
Desember (Video)
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