Fonetica è il nuovo
progetto del chitarrista e armonicista veneziano Fabio Bello, musicista attivo
dal lontano 1980 e che qui dà vita insieme a Massimiliano Cadamuro (basso,
canto e flauto), Douglas D’este (batteria), Riccardo Gallucci (tastiere e
canto), Claudio Martinolli (chitarra), Silvia Siega (canto) ad un lavoro tra
rock, folk cantautorale e spunti prog. L’inizio affidato a Santa Pace non è dei migliori. Tecnicamente il gruppo c’è, appare
anche compatto e con delle ritmiche interessanti ma la parte cantata finisce
per diventare alla lunga ripetitiva e le sezioni migliori risultano essere i
frangenti strumentali e la coda di quasi 2 minuti. La strada del sole ha un mood battistiano ma rivisitato con la
forza del rock e non dispiace affatto, con tanto di finale nuovamente
strumentale e piuttosto piacevole. La
legge del branco è un brano più tirato, una soluzione che ben si aggrada al
gruppo, che mi appare molto a proprio agio in questi pezzi che hanno una bella
spinta (anche radiofonica per intenderci). La
scuola è morta mostra invece i difetti che erano già emersi nella traccia
di apertura, un folk rock di protesta che forse andava reso meno prolisso e in
alcuni momenti un po’ meno scontato. Peccato perché la band è bravissima nel
creare situazioni melodiche ben definite come nella successiva La nuova guerra, composizione ispirata a
L’ABC della guerra di Bertolt Brecht
e momento tra i più convincenti del disco, con la Siega che finalmente emerge
sul serio sopra un tessuto testuale colto ma non criptico. La mano di Riccardo
Scivales (tastierista dei Quanah Parker) si sente in Inno (Canzone Politica), ma il brano mi ha ricordato alcuni episodi
minori dei Nomadi, non soddisfacendomi del tutto per via di una mancanza di
mordente che mi sarei aspettato visto il tema raccontato. Le Parole ha l’umore del trio cantautorale Fabi-Gazzè-Silvestri e
molto valido è il solo finale di David Boato alla tromba che porta tutto in
territori jazz, mentre la lunga strumentale Pianeta
blu è un gradevole exploit dalle tinte progressive. Aspettare è un calibrato pop rock con la Siega prima voce e
l’utilizzo di un vibrafonista, il bravo Giuliano Perin, per un pezzo che forse
avrebbe giovato di maggiore sintesi. Posto
in affitto è una ballata crepuscolare che spezza la tensione che si era
venuta a creare, prima di Pioggia Pioggia,
una solare pop rock song piuttosto dinamica che nel finale si caratterizza con
delle belle trovate strumentali, soprattutto dal punto di vista ritmico. Chiude
la title track, con Giorgio Cordini all’affascinante bouzouki e nuovamente
Scivales alle tastiere, un momento di grande emozione, per merito anche di un
testo (di Luisa Moleri) che non può lasciare indifferenti. Pur avendo dei cali
lungo il percorso questo esordio è assolutamente gradevole e positivo e se
l’ensemble riesce a indirizzarsi con più continuità verso brani come La nuova guerra, Eppure o Le Parole credo
che già il prossimo step possa manifestare risultati ancora più apprezzabili.
(Luigi Cattaneo)
Promo Trailer Eppure
Ora online il nuovo sito: http://astrorondine.wixsite.com/fabiobello/fonetica
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