giovedì 26 marzo 2015

QUANAH PARKER, Suite degli Animali Fantastici (2015)

























È un piacere ritrovare i Quanah Parker dopo il brillante debut del 2012, un esordio che aveva riportato a galla uno dei tanti nomi che non erano riusciti ad emergere ad inizio ottanta, quando sentir parlare di progressive era più complicato rispetto a qualche anno prima. I veneti hanno accumulato esperienza in sede live e affinato ancor di più amalgama e feeling, aspetti che innalzano probabilmente la qualità di un percorso che già aveva colpito con Quanah!. Oltre al mastermind Riccardo Scivales alle tastiere, troviamo in questo Suite degli Animali Fantastici Elisabetta Montino al canto, Giovanni Pirrotta alla chitarra e al basso (in tre tracce), Paolo Ongaro alla batteria e Alessandro Monti al basso e al flauto dolce Moeck (più una serie di strumenti come campanelli, Tabla, Claves e Triangolo). La band mantiene intatte le linee guida del progetto, tutto incentrato su un rock progressivo sinfonico ispirato ai grandi maestri Yes, Genesis, Banco del Mutuo Soccorso e P.F.M., senza però risultare tediosi, stantii o scontati. L’intro di From Distant Lands mette subito in risalto la voce della Montino, preludio a quello che è l’episodio che meglio sintetizza la musica del gruppo, la lunga title track di quasi 30 minuti suddivisa in 8 sezioni che ha al suo interno tutti gli ingredienti principali che caratterizzano il sound dei Quanah Parker. Ritroviamo quindi Le Orme, arrangiamenti maestosi in odore di Banco, sprazzi strumentali fluidi e personali in cui si nota un certo interplay tra le parti, anche se ovviamente Scivales è quello che emerge di più, e una cura per il particolare che solo i grandi musicisti riescono ad avere. Bellissimo l’omaggio strumentale A Big Francesco, composto di getto dal tastierista dopo la morte prematura di Francesco Di Giacomo e traccia particolarmente sentita, con Scivales grande protagonista e una sezione ritmica notevole nel ricamare i vari passaggi, anche i più complessi e tipicamente prog. Molto interessante anche Death of a Deer, un brano del 1981 ripreso e attualizzato ma comunque permeato da un’affascinante aurea new prog. Di ottimo livello gli intarsi strumentali, in cui si distinguono oltre al solito Scivales anche Pirrotta e Ongaro, a dire il vero davvero bravi nel supportare la verve del leader, così come sempre in primo piano appare la potente e precisa Montino. Il finale di Make me smile (pezzo del 1985) è incentrato su un pop rock venato di soul che non dispiace e dona ulteriore raffinatezza a questo nuovo lavoro dei Quanah. Suite degli animali fantastici è davvero un bel ritorno, che segna un ulteriore passo in avanti nella crescita dei veneti, sempre più brillanti e compatti nel portare avanti da più di trent’anni il credo del rock progressivo. Per ulteriori informazioni visitate il sito www.quanakparker.it (Luigi Cattaneo)     

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