Attivi dal 1998 tornano
i piacentini Flora con questo nuovo Sei,
pubblicato per Lizard, etichetta sempre curiosa e aperta a gruppi crossover che
attingono a piene mani da più fonti. Il sestetto (Pietro Beltrami alle
tastiere, Fabrizio Lusitani alla chitarra, Pina Muresu ai sassofoni, Claudia
Nicastro alla voce e al glockenspiel, Paolo Nicastro al basso e alla voce e
Michele Tizzoni alla batteria) difatti riesce nell’intento di unire più mondi,
passando dal jazz rock all’indie, finendo per inoltrarsi in un accurato post
rock d’autore in cui spiccano il sax e l’utilizzo della doppia voce. Emozionali
e profondi i Flora partono subito bene con Caleidoscopio,
brano dall’animo jazzato ma che non dimentica toni indie e presenta un bel solo
centrale della Muresu che apre al finale strumentale, pezzo che già mostra le
varie anime della band. Nodi vive
sulla doppia voce dei Nicastro, episodio evocativo soprattutto nella parte
strumentale in cui si distingue un ottimo lavoro di sax, mentre Camaleonte appare più leggera, una
variabile pop del loro sound ma comunque interessante. Tartaruga è un frangente strumentale che mette in mostra buone doti
tecniche e melodiche, Dove sei? è
invece un pezzo di rock cantautorale molto coinvolgente. Insalata numero sei è uno strumentale pieno di groove ritmico, riff
calibrati, parti di tastiere e sax di derivazione jazz, laddove Non mi ricordo torna a battere su
confini indie rock ma convince meno ed è forse uno dei brani meno riusciti. Cosimo post-moderno è incentrata sul bellissimo gioco delle voci e su un’esplosione
ritmica quasi grunge che ci conduce alla splendida Signor psiche, un racconto velato di amara psichedelia, poetica e
ammaliante. La chiusura strumentale di Tokio
risulta delicata e suggestiva e suggella un ritorno positivo e fresco. (Luigi
Cattaneo)
Signor Psiche (Video)
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