Un discorso interrotto
circa trent’anni fa e che viene riaperto ai giorni nostri solletica sempre il
palato dei seguaci del verbo progressivo. Certo ci vuole anche qualcosa da dire
e in questo i livornesi Aurora Lunare di Mauro Pini (voce), Stefano Onorati
(piano, tastiere e chitarra), Luciano Tonetti (basso) e Marco Santinelli
(batteria) non hanno fallito. Nati ufficialmente nel 1977, non pubblicarono
nulla sino al 2002, quando vennero messi in commercio due dischi con tracce sia
in studio che dal vivo. Evasione di
un’idea presentava registrazioni del 1981 e mostrava una band già discreta,
mentre con Sorgenti di energia, che
era formato da composizioni scritte tra il 1982 e il 1991, gli Aurora si allontanavano
dal suono originario a favore di uno più freddo ed elettronico. Coadiuvati da
Alessandro Corvaglia (Maschera di Cera, Delirium) alla voce e alla chitarra,
già membro per un breve periodo del gruppo negli anni ‘80, Gianluca Milanese (già
membro dei mai troppo celebrati Area Palea) al flauto, Tolo Marton (ex Orme e
tra i migliori musicisti rock blues d’Italia) alla chitarra, Corrado Pezzini al
sintetizzatore vocale midi, Graziano di Sacco agli effetti vocali, Nicola
Santinelli alla chitarra classica, Greta Merli alla voce e Valentina Cantini al
violino, gli Aurora Lunare si presentano con rinnovato vigore e una freschezza
che probabilmente non avevano mai avuto in passato. Evasione di un’idea ha un attacco classico, con tastiere a
profusione e un mood ormistico contornato dallo splendido gioco di voci che si
viene a creare tra Pini e Corvaglia, in un brano di rallentamenti e
accelerazioni. La successiva Eroi
invincibili … sono solo i pensieri ha un inizio affidato al piano di
Onorati, una sorta di delicata introduzione, preludio all’entrata graduale
degli altri strumenti e delle due voci. Il pezzo si sviluppa benissimo lungo 9
sontuosi minuti dominati dalle tastiere vintage, così come Mondo fantasmatico è un’altra long track, stavolta strumentale, in
cui le tastiere dialogano efficacemente con la sezione ritmica e il flauto
nella prima parte, per poi assumere contorni sperimentali e psichedelici, una
veste interessante e da poter sviluppare in futuro. Riflessi indicativi ha una prima parte cantata che giostra sopra
un’atmosfera sospesa e dai tratti malinconici, mentre quella centrale è più
inquieta e tipicamente progressiva, keyboard oriented sì ma con un notevole
lavoro di Tonetti. Corsa senza meta è
invece di estrazione free e con un attitudine crimsoniana curiosa ma che non
convince del tutto, lasciandomi preferire gli Aurora di matrice sinfonica, come
in Secondo dubbio, brano dalle
ritmiche vivaci e di indubbia presa, con il finale strumentale in cui la band
sorregge il solo di Milanesi. Gianluca è protagonista della breve Interlunio, 2 minuti scarsi di flauto e
organo che mi ha riportato alle sonorità di Tessere,
bel disco di Milanesi con il pianista Nicola Andrioli del 2011 (recuperatelo!).
Sfera Onirica è uno strumentale di
ineccepibile bellezza progressiva, con qualche rimando ai Goblin, soprattutto
nell’interplay tra tastiere e chitarra. Completa l’album l’omaggio alle Orme
con All’infuori del tempo/Ritorno al
nulla tratte da Felona e Sorona.
Se la prima non aggiunge molto al discorso sin qui affrontato, la seconda vede
un Tolo Marton grande protagonista e capace di trasformare il pezzo in un rock
blues trascinante e pieno di groove. Ritorno di spessore che conferma come
queste reunion stiano segnando in modo positivo gli ultimi anni, con dischi di
qualità mediamente alta e possibilità superiori rispetto a 3-4 decadi fa.
(Luigi Cattaneo)
Evasione di un'idea (Video)
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