venerdì 8 maggio 2015

AURORA LUNARE, Aurora Lunare (2013)


Un discorso interrotto circa trent’anni fa e che viene riaperto ai giorni nostri solletica sempre il palato dei seguaci del verbo progressivo. Certo ci vuole anche qualcosa da dire e in questo i livornesi Aurora Lunare di Mauro Pini (voce), Stefano Onorati (piano, tastiere e chitarra), Luciano Tonetti (basso) e Marco Santinelli (batteria) non hanno fallito. Nati ufficialmente nel 1977, non pubblicarono nulla sino al 2002, quando vennero messi in commercio due dischi con tracce sia in studio che dal vivo. Evasione di un’idea presentava registrazioni del 1981 e mostrava una band già discreta, mentre con Sorgenti di energia, che era formato da composizioni scritte tra il 1982 e il 1991, gli Aurora si allontanavano dal suono originario a favore di uno più freddo ed elettronico. Coadiuvati da Alessandro Corvaglia (Maschera di Cera, Delirium) alla voce e alla chitarra, già membro per un breve periodo del gruppo negli anni ‘80, Gianluca Milanese (già membro dei mai troppo celebrati Area Palea) al flauto, Tolo Marton (ex Orme e tra i migliori musicisti rock blues d’Italia) alla chitarra, Corrado Pezzini al sintetizzatore vocale midi, Graziano di Sacco agli effetti vocali, Nicola Santinelli alla chitarra classica, Greta Merli alla voce e Valentina Cantini al violino, gli Aurora Lunare si presentano con rinnovato vigore e una freschezza che probabilmente non avevano mai avuto in passato. Evasione di un’idea ha un attacco classico, con tastiere a profusione e un mood ormistico contornato dallo splendido gioco di voci che si viene a creare tra Pini e Corvaglia, in un brano di rallentamenti e accelerazioni. La successiva Eroi invincibili … sono solo i pensieri ha un inizio affidato al piano di Onorati, una sorta di delicata introduzione, preludio all’entrata graduale degli altri strumenti e delle due voci. Il pezzo si sviluppa benissimo lungo 9 sontuosi minuti dominati dalle tastiere vintage, così come Mondo fantasmatico è un’altra long track, stavolta strumentale, in cui le tastiere dialogano efficacemente con la sezione ritmica e il flauto nella prima parte, per poi assumere contorni sperimentali e psichedelici, una veste interessante e da poter sviluppare in futuro. Riflessi indicativi ha una prima parte cantata che giostra sopra un’atmosfera sospesa e dai tratti malinconici, mentre quella centrale è più inquieta e tipicamente progressiva, keyboard oriented sì ma con un notevole lavoro di Tonetti. Corsa senza meta è invece di estrazione free e con un attitudine crimsoniana curiosa ma che non convince del tutto, lasciandomi preferire gli Aurora di matrice sinfonica, come in Secondo dubbio, brano dalle ritmiche vivaci e di indubbia presa, con il finale strumentale in cui la band sorregge il solo di Milanesi. Gianluca è protagonista della breve Interlunio, 2 minuti scarsi di flauto e organo che mi ha riportato alle sonorità di Tessere, bel disco di Milanesi con il pianista Nicola Andrioli del 2011 (recuperatelo!). Sfera Onirica è uno strumentale di ineccepibile bellezza progressiva, con qualche rimando ai Goblin, soprattutto nell’interplay tra tastiere e chitarra. Completa l’album l’omaggio alle Orme con All’infuori del tempo/Ritorno al nulla tratte da Felona e Sorona. Se la prima non aggiunge molto al discorso sin qui affrontato, la seconda vede un Tolo Marton grande protagonista e capace di trasformare il pezzo in un rock blues trascinante e pieno di groove. Ritorno di spessore che conferma come queste reunion stiano segnando in modo positivo gli ultimi anni, con dischi di qualità mediamente alta e possibilità superiori rispetto a 3-4 decadi fa. (Luigi Cattaneo)

Evasione di un'idea (Video)

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