Tornano i
napoletani Soul Secret (Claudio Casaburi al basso, Luca Di Gennaro alle
tastiere, Lino Di Pietrantonio alla voce, Antonio Mocerino alla batteria e
Antonio Vittozzi alla chitarra) con il nuovo 4, limpido esempio di classe e attenzione alla fase compositiva, un
lavoro elaborato e completo, ricolmo di grandi spunti melodici. La band si
muove lungo coordinate già apprezzate nei precedenti album, sapendosi
districare con perizia in territori prog metal che faranno la gioia di chi ama
Vanden Plas e Dream Theater. 4 è la
sintesi di quanto espresso sinora dal gruppo in questo ambito, sempre raffinati
anche nei momenti più hard, caratteristica che era già emersa nel precedente Closer to Daylight. L’iniziale On the Ledge è un heavy prog con i
classici tempi dispari richiesti dal genere, una traccia d’apertura ben
studiata e molto incalzante che fa il paio con Our Horizon, brano scattante e vicino ai Dream Theater del periodo
aureo. Una bella spinta è data da K,
atmosfera dark e spirito metal, prima dell’accoppiata As I Close my Eyes - Traces
on the Seaside, che vanno a formare un unico grande pezzo, con la prima
parte modellata come una malinconica ballata e la seconda improntata
sull’interplay tra Di Gennaro e Vittozzi, autori di una prova esemplare. Si
continua con la debordante Turning the
Black page, sinonimo di potenza e precisione, per poi passare alla
strumentale Silence, altro episodio
in cui si denotano qualità tecniche a supporto di idee più che interessanti. In a Frame è invece una melodiosa ballad
che mi ha convinto soprattutto per il piacevole solo di Vittozzi ma preferisco
i Soul Secret di My Lighthouse, un
tornado progressivo ripetuto nella seguente Downfall.
Finale affidato alla lunghissima (quasi 17 minuti) The White Stars, sunto delle caratteristiche principali del
quintetto e prova di forza di uno degli ensemble più convincenti dell’attuale
panorama prog metal italiano. (Luigi Cattaneo)
Album Trailer
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