Provo sempre un certo
piacere quando arrivano dischi come questo Sun
Na di Max Fuschetto, un lavoro moderno, colto ma popolare nel suo unire
varie culture, dal fascino internazionale, suonato da un manipolo di musicisti
di grande valore. Fuschetto (bravo nel divincolarsi tra oboe, sax, piano e
chitarra) dopo aver siglato nel 2005 Frontiere
(omaggio a Michael Nyman e Brian Eno) e nel 2010 Popular Games, torna con un album intenso e molto fascinoso. Una
world music che sa vivere intersecando aspetti distanti, avvicinando l’Europa
all’Africa, unendo il mondo mediorientale con quello latino e occidentale, in
un percorso sempre messo a fuoco e mai fragile, perché a volte muoversi lungo
territori così contaminati può divenire alquanto complicato. Un viaggio onirico
che collega etnie e lingue differenti attraverso una musicalità ricca, ampia,
che va a toccare la classica nei contorni sfumati di Return to A., l’ambient nello strumentale di Secret Shadows e la cultura latina e bossa rivisitate in Paisagem do Rio. Ottime anche Oniric States of Mind, con un bel duetto
vocale tra Antonella Pelilli e Irvin Vairetti, Qem Ma Tija, in cui Fuschetto ci delizia al rhodes e Si Trendafile, bell’esempio di come da
tradizioni lontane (una melodia arberesh) si possa creare un ponte verso
l’occidente, diminuendo le distanze tra paesi lontani. Completano il quadro
l’aleatoria Vibrazioni Liquide, la
purezza di In Preghiera, la
spirituale Samaher e Le Rose di Arben con Andrea Chimenti
alla voce, insieme alla Pelilli. Disco consigliato a chi cerca nuove
suggestione e ama sentirsi sorpreso dall’ascolto di un album. (Luigi Cattaneo)
Les Roses D'arben (Video)
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