Ennesimo ritorno in
scena per una delle cult band del progressive italiano, quei Saint Just guidati
da Jenny Sorrenti, sorella del più noto Alan, che con due album all’attivo (il
primo omonimo del 1973 e La casa del lago
del 1974) entrarono di diritto nel novero di gruppi che hanno segnato la
stagione prog e psichedelica italiana. Ad accompagnare la vocalist partenopea
ci hanno pensato con ottimi risultati il compianto Marcello Vento alla
batteria, Elio Cassarà alla chitarra elettrica, Vittorio Pepe al basso, Ernesto
Vitolo all’organo Hammond, al pianoforte e ai synth, oltre al grande e
scomparso Francesco di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso presente nella
traccia che dà il nome all’album. Che si tratti di un ritorno al progressive
dopo una serie di album solisti dal sapore sperimentale e folk lo si capisce da
subito. L’iniziale doppietta Il cercatore
e Depressione cosciente lasciano
trapelare come l’amore per certe sonorità in Jenny non sia mai sparito del
tutto e ci si lascia ammaliare con piacere, senza remore alcuna. La Sorrenti
dimostra di non aver perso lo smalto vocale di un tempo e la band la segue
pescando sonorità ora più jazz ora più psichedeliche, sino a giungere a fughe
decisamente articolate e progressive in cui emerge la bravura di Cassarà (già
con gli Arti e Mestieri) e il tocco vellutato di Vitolo (musicista dal
curriculum infinito…). E che dire dei vocalizzi ancora affascinanti e carichi
di pathos della cantante napoletana? Si intrecciano storie già scritte ma
ricche di buone vibrazioni che incrociano la canzone napoletana con la
psichedelia, il jazz con il rock e proprio Depressione
cosciente ne è l’esempio forse più lampante. Ai bordi invece ha un suono che ci rimanda direttamente al folk,
altra grande passione della Sorrenti, con tanto di Hammond in prima fila e un
bel solo di Cassarà su cui è possibile notare anche il notevole lavoro ritmico
della coppia Vento-Pepe. Ma anche qui ci sono rimandi al progressive,
soprattutto nell’uso delle tastiere e al jazz rock, giusto per non farsi
mancare nulla! Decisamente più vicina al progressive è Giganti, brano fresco e dinamico, quasi interamente strumentale in
cui tutto il gruppo può dare sfogo alle proprie fantasie, su tutti ancora una
volta Cassarà, davvero espressivo nel suo modo di suonare. La title-track vede
la partecipazione del mostro sacro Francesco di Giacomo, che intreccia la sua
voce con quella della vocalist, per un risultato spiazzante e sorprendente. Questa
reunion, come le tante avvenute negli ultimi anni, mette in luce come le
vecchie band possano ancora dare tanto al movimento progressive italiano,
soprattutto se le idee che si hanno sono di tale portata. L’augurio è che Jenny
abbia la voglia di continuare su questa strada e di portare avanti
contemporaneamente anche il suo discorso solista che ha una valenza tutt’altro
che secondaria. (Luigi Cattaneo)
Il Cercatore (Video)
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