sabato 18 giugno 2016

TWENTY FOUR HOURS, Left to live (2016)


Nati nel 1985, i Twenty Four Hours (Marco Lippe alla batteria, Paolo Lippe alle tastiere e alla voce, Antonio Paparelli alla chitarra e Paolo Sorcinelli al basso) rappresentano una piccolo culto del rock italiano e di come si viveva un certo tipo di musica a cavallo tra gli anni 80 e i 90, soprattutto per chi arrivava dal sud Italia, per l’esattezza da Bari. Da sempre attenti nel calare nella loro musica rock e psichedelia, artefici di dischi apprezzati tanto dal pubblico quanto dalla critica, eccoli tentare la carta del concept a distanza di ben 12 anni dall’ultimo lavoro. Left to live racconta cosa farebbe una persona consapevole di avere solo 24 ore di vita e lo fa con forza e consapevolezza, buoni mezzi tecnici e una produzione adeguata al contesto. Prodotto da Musea e distribuito da Pick up, l’album vive di trame pulite, strutture variabili, spinte psichedeliche che si uniscono al progressive e viceversa, pur senza dimenticare movenze new wave, periodo che li ha visti nascere e che li ha comunque plasmati, rendendoli quel gruppo crossover che ancora oggi rappresentano (il monicker stesso della band potrebbe riprendere un vecchio brano dei Joy Division). Tutto è molto raffinato e curato, sia nelle parti strumentali che nei frangenti dove la forma canzone prende il sopravvento, con i baresi che non eccedono in drammaticità ma tengono comunque elevato il senso lirico della narrazione. L’opera si mantiene sempre su buoni livelli, con dei picchi assoluti come Soccer killer, The big sleep o Perfect crime, pezzi dove riecheggiano i Pink Floyd, i Supertramp, i Genesis ma anche qualcosa dei The Cure. L’ampio uso di melodie immediate, di facile presa e il ricorso ad una musicalità che prende spunto dal progressive ma non ha paura di filtrare certe idee anche con frangenti pop, sempre mettendo synth, belle armonizzazioni, arrangiamenti eleganti e attenzione per il songwriting in primo piano, fanno di Left to live un ritorno di spessore che non deluderà chi già conosce la musica dei pugliesi. (Luigi Cattaneo)

Sister never born (Video)

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