lunedì 6 giugno 2016

YUGEN, Death by water (2016)


Quarto lavoro discografico per gli Yugen di Francesco Zago, estroso chitarrista di cui abbiamo parlato tante volte da queste pagine e che qui torna con quello che forse è il suo progetto più ambizioso. Ennesimo buon lavoro del più puro Rock In Opposition, probabilmente inferiore al primo e ormai lontano Labirinti d’acqua (chi non lo ha lo recuperi subito!) ma estremamente affascinante e in linea con la qualità generale delle precedenti pubblicazioni. Death by water è un compendio di ritmiche dispari, provocazioni, aperture melodiche di grande impatto, forma canzone e nonsense. Coerenza e fantasia di un ensemble allargato (19 i musicisti che hanno partecipato alla realizzazione dell’opera) che fa della stratificazione sonora un vanto imprescindibile, senza simulare coraggio ma attuandolo in ogni nota suonata. L’iniziale Cinically correct è la giusta opener, hard, prog, jazz, tutto fuso in un articolato assemblamento matematico, mentre la title track è decisamente più atmosferica e dark. As it was vive grazie all’estro tastieristico di Paolo Ske Botta e alla voce sempre coinvolgente di Elaine di Falco (già con Zago nel progetto Empty Days), prima di un nuovo cambio di registro con la lunga As a matter of breath che si divide tra momenti avant-prog e affreschi notturni. Dalila Kayros è perfetta nel calarsi nella sinistra e sperimentale Der Schnee, A house pone invece fine all’album in maniera lieve e acustica, confermando gli Yugen come uno dei gruppi più singolari del panorama italiano (e forse non solo). (Luigi Cattaneo)

Death by water (Album Teaser)

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