Drive through è il debut album di Enrico Sarzi, ex frontman
degli hard rockers Midnite Sun (con all’attivo collaborazioni anche con
Moonstone Project e Shining Line) e mette in luce le svariate influenze del
cantante, che passano dal rock britannico dei ’70 all’hard rock ottantiano e
giungono sino al Seattle sound dei Pearl Jam. L’approccio alla materia è
piuttosto melodico e tutti i brani risultano parecchio godibili e immediati, un
easy hard rock tra Bad Company, Alice in Chains e Adele ma con uno sguardo
all’Aor anni ’80, un crossover di idee sottolineato con enfasi proprio dalle
dichiarazioni dell’autore per descrivere questo esordio. Drive through è un album che nasce da lontano, da quella
separazione con i Midnite Sun (due platter all’attivo) di cui hanno fatto parte
i qui presenti Cristiano Vicini (chitarra), Alessandro Mori (batterista già con
Viana, Axe e Ted Poley) e Marco Nicoli (bassista per Tragodia, Nightglow e The
unripes). La line up è completata dal tastierista Marco Micolo e dalle
importanti partecipazioni di Stefano Avanzi (sax), Alberto Valli (pianoforte) e
Luciana Buttazzo (voce), che donano ulteriore colore ad un disco ispirato e
molto gradevole. Sarzi è un vocalist passionale ed espressivo, capace di
passare con disinvoltura da brani tirati ad altri vicini al cantautorato made
in USA, mondo geografico-musicale vero punto di riferimento dell’artista. Il
disco è molto fluido, si lascia ascoltare dall’inizio alla fine senza
presentare particolari cali, segno della grande dimestichezza di Enrico con
questo tipo di suono e di un songwriting sempre brillante. Shameless è l’inizio hard rock perfetto per aprire un album di
questo tipo ma lascia subito spazio alle note agrodolci di Afraid to be myself. Si sposta verso il grunge Nothing to live for ma riesce comunque a mantenersi su buoni
livelli di intensità, ripetuta nelle spesse trame di S.O.S. to God e soprattutto in Strange
freedom, dove il solo di Avanzi finisce davvero per fare la differenza e
donare al pezzo quel quid in più, una scelta ottima che potrebbe essere presa
maggiormente in considerazione per il futuro. The repentant torna a vibrare di pulsioni grunge, Inferno è un omaggio ai Midnite Sun,
mentre Let me go è un rock
appassionato buono per tutte le stagioni. Anche la title track mostra tutta la
consapevolezza e l’esperienza del quintetto, prima dell’hard classico di Sex perfume e del finale in lingua madre
di Cielo, in cui Valli e la Buttazzo
sono protagonisti di un brano capace di chiudere in maniera delicata un’opera
prima sicuramente riuscita. (Luigi Cattaneo)
Official Album Teaser
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