Nome nuovo per il
progressive italiano, gli Stairs of Life (Luca Aldisio alla voce, alla chitarra
acustica e al flauto, Giordano Maselli al basso e alle tastiere, Alessio Erriu
alla chitarra elettrica e Fabio Vitiello alla batteria) provengono da Roma e
scelgono la strada dell’ep per presentarsi al pubblico di appassionati. The man in a glass è però un lavoro che
potrebbe incuriosire anche chi non è avvezzo alle sonorità tipiche del prog, in
quanto il quartetto ha dato molto peso alla forma canzone, che qui è foriera di
sentimenti quotidiani descritti con efficacia e animo e musicalmente si
avvicina al genere guardando a quanto fatto da Steven Wilson e Anathema più che
da quello che ci hanno lasciato act storici come Banco del Mutuo Soccorso o
Acqua Fragile. La band ha puntato molto su tematiche commoventi e suoni che
riportano ad uno stato di malinconia, un pathos autentico che sfiora in taluni
frangenti il cantautorato rock e l’alternative, capace di ricordare tanto gli
Airbag quanto i Porcupine Tree. La Sliptrick, specializzata in progressive di
natura trasversale, è l’etichetta che promuove l’opera, un lavoro dove
l’inquietudine di fondo sa essere cupa e mesta, con racconti borderline fatti
di bicchieri svuotati, amori fuggiti e maschere giornaliere per difenderci da
chi ci sta intorno, storie che trovano una loro dimensione sia nelle parti più
hard che in quelle lievi e nostalgiche che presentano anche qualche rimando ai
sempre attuali Pink Floyd. The man in a
glass è formato da soli quattro brani, tutti validi ed estremamente
gradevoli, un bel biglietto da visita in attesa di un primo full lenght più
corposo. (Luigi Cattaneo)
Mask (Official Video)
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