Partire dalla fine
degli anni ’60 per arrivare ai giorni nostri in soli nove pezzi tributo ad un
genere che oramai si aggira sui cinquant’anni di età. Questa la sfida e il
divertimento dietro il nuovo capitolo targato Aurora Lunare (Mauro Pini alla
voce e alle tastiere, Stefano Onorati al pianoforte, alle tastiere e alla
chitarra, Luciano Tonetti al basso e alla chitarra acustica e Marco Santinelli
alla batteria), un percorso che parte dalla lontanissima A whiter shade of pale dei Procol Harum, resa con grazia anche per
la presenza di Alessandro Corvaglia alla voce (uno dei primi cantanti della
band negli anni ’80 e successivamente grande protagonista con La maschera di
cera) e Gianluca Milanese al flauto (i più attenti lo ricorderanno negli Aria
Palea). Gamma, sigla dell’omonimo
sceneggiato firmata da Enrico Simonetti, era già stata proposta da Fabio
Zuffanti nel suo progetto L’ombra della sera, mentre qui è più fedele
all’originale. Gradevoli le rese di Fino
alla mia porta del Banco del Mutuo Soccorso, con Corvaglia nuovamente
presente e Marco Severa al flauto e al sax e Hommage à Violette Nozières degli Area, dove troviamo Ares
Tavolazzi, bassista originale del gruppo, Severa al flauto e Giuseppe Tonetti
al baglamas, strumento somigliante al bouzouki. Riuscita Don’t kill the whale degli Yes di fine ’70, mentre il clima da
soundtrack torna con Connexion dei
Goblin, brano tratto da un film di Luigi Cozzi. L’atmosfera muta in Lorenzo di Phil Collins, dove il ritmo
africano diviene irresistibile, prima delle belle versioni di The party dei Marillion e Trading my soul dei Flower Kings. La
realizzazione di questo omaggio è stata perseguita con lo scopo di riunire
cover uscite in tempi diversi su varie compilation, un piacevole diversivo in
attesa di un nuovo album di inediti dopo la buonissima prova del 2013. (Luigi
Cattaneo)
Translunaggio (Album Trailer)
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