Debutto per gli Orphan
Skin Diseases, band formata nel 2015 da Massimiliano Becagli, batterista già in
forza nei No Remorse e completata da Gabriele Di Caro (voce ex Sabotage e
Outlaw), Juri Costantino (basso ex Creation) e David Bongianni (chitarrista passato
dai Virya e dai Little CB). Lo stile è un crossover di metal, hard rock,
alternative e grunge, tutte influenze che riescono a stare bene insieme,
bilanciate da musicisti di esperienza e capaci di creare brani che coniugano
potenza e melodia, in un crescendo di soluzioni catchy ben sviluppate e
soprattutto non scontate. Dreamy
reflections, uscito per LogiciLLogic Records, è la conferma di come sia
vitale l’underground italico, sempre poco celebrato ma artefice di prove di
spessore come questa, un racconto di settanta minuti che parte da subito
fortissimo con la potente Into a sick
mind, perfetta per aprire l’album e magari anche i live del quartetto. Punte
progressive colorano la malinconica The
storm e la suite conclusiva Just one
more day, divisa in tre parti e tra i momenti più coinvolgenti dell’album,
mentre puro e semplice hard rock è Awake.
As a butterfly grub è un energico
alternative rock, prima di Sorrow &
Chain, vigorosa song di matrice heavy e di Waves, che presenta qualche notevole trama thrash metal,
soprattutto nei riff strutturati da Bongianni e nelle ritmiche decise della coppia
Costantino-Becagli, davvero pregevoli nel far comprendere come i toscani
abbiano parecchie cartucce da sparare, per quello che è un esordio interessante
e che meriterebbe di essere apprezzato senza essere relegato nel folto
sottobosco delle piccole produzioni. (Luigi Cattaneo)
Official Album Trailer
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