Debutto per i
Watershape, quintetto formato da Niccolò Cantele alla voce, Mirko Marchesini
alla chitarra (elemento di spicco dei bravissimi Sinatras), Mattia Cingano al
basso, Enrico Marchiotto alle tastiere e Francesco Tresca alla batteria (già
con gli Hypnotheticall e i Power Quest). Perceptions
è un album attraversato dalle influenze progressive della band, vicine sia
ai King Crimson, sia alle derive heavy del genere, con richiami a Pain of
Salvation, Porcupine Tree e Dream Theater e già l’iniziale Beyond the line of being sembra tracciare le coordinate di questo
bell’esordio. Cyber life offre uno
sguardo più duro sulla musica della band e potrebbe essere un pezzo adattissimo
per l’attività live, mentre Alienation
deal si avvicina per intuizione melodica e pathos ad alcune atmosfere dello
Steven Wilson solista. Stairs oscilla
tra vibranti pulsioni heavy e partiture prog rock, con le tastiere di
Marchiotto che stemperano con classe la durezza del pezzo, davvero valido
esempio della qualità del gruppo. The
puppets gathering è il singolo scelto per presentare il lavoro, un viaggio
psichedelico a cui contribuisce anche la voce di Chiara Vecchi, che si amalgama
benissimo con quella di Cantele e con il contesto sonoro creato dai vicentini. Inner tide è una crepuscolare e delicata
ballata, prima del ritorno a sonorità più rock con Fanciful wonder, altro brano piuttosto interessante e che rimarca
l’amore per un certo progressive metal a stelle e strisce. Seasons mostra delle gradevoli trame, tenui e piuttosto morbide,
prima dell’efficace finale di Cosmic box
#9, intrigante chiusura di un disco che potrebbe incuriosire sia gli amanti
del prog metal che quelli più affini a sonorità settantiane. (Luigi Cattaneo)
The puppets gathering (Official Video)
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