La sigla Anèdone cela
il progetto solista di Francesco Martinello (End of Carnival, Cape Canaveral
Polaroid, PNG, Tarantàs), qui impegnato alla voce, alla chitarra, al bouzouki,
al glockenspiel e ai campionamenti, coadiuvato solo da Ivan Modi Bidin
(tastiere, basso, elettronica). La
superficie delle cose è un lavoro di circa trenta minuti, mostra trame
tenui e malinconiche, anche meste in alcuni passaggi, con la voce di Martinello
accompagnata da poche ma accurate note, sempre scelte nella maniera più
appropriata. I brani raccontano, celano immagini, come nel caso della title
track, che già ci cala all’interno di sonorità che possono ricordare quanto
fatto da personaggi come Gianni Maroccolo, Marco Parente o il Pierpaolo
Capovilla di Obtorto Collo, con i
quali condivide una certa suggestiva poetica. Giorni di ottobre è infatti un vivido ricordo di attimi passati,
mentre Chiodi omaggia, prendendone
spunto, l’omonima poesia di Agota Kristof. Babbo
in prigione invece guarda al Francesco De Gregori del 1978, prima
dell’ottima Un profilo sbiadito e di Sogno, dove viene musicato il celebre
discorso di Martin Luther King. Chiude il disco La veglia, altro esempio lampante della qualità dell’album e
reprise di un brano racchiuso in Le
possibilità che ha il coniglio di salvarsi la pelle del progetto Tarantàs.
(Luigi Cattaneo)
Giorni di ottobre (Video)
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