Disco uscito a fine
2018 e solo in vinile (300 copie numerate), Rock
in a danger zone dei romani Anno Mundi, vede la formazione del chitarrista
Alessio Secondini Morelli (su queste pagine parlammo del suo ultimo lavoro
solista) e di Gianluca Livi (batteria) rinnovata con l’ingresso in pianta
stabile di Mattia Liberati (tastiere) e Flavio Gonnellini (basso), entrambi
della prog band Ingranaggi della Valle, oltre che di Federico Giuntoli (voce) dei
Martiria. Il risultato è hard rock settantiano senza fronzoli, tra atmosfere
giustamente vintage e uno sguardo alle grandi band di quella decade d’oro per
l’hard & heavy. Dopo una breve intro con tanto di mandola suonata da
Massimiliano Fabrizi, si parte in quarta con Blackfoot, un southern hard rock che omaggia la band di Rickey
Medlocke, piuttosto conosciuta tra i ’70 e gli ’80. Megas Alexandros, con i suoi quasi otto minuti mette insieme epic e
prog, Searching the faith guarda
invece ai Black Sabbath, mentre Pendin
trial è un altro lungo brano dal sapore classicheggiante. La breve cover di
Fanfare dei Kiss (con Emiliano Laglia
al basso) anticipa la conclusiva Live
medley (ancora presente Laglia), risalente ad una registrazione dal vivo al
RoMetal festival del 2014, in cui gli
Anno Mundi presentano quattro brani del loro esordio Cloister graveyard in the snow del 2011, un ottimo espediente per
assaggiare anche il passato della band. Nel frattempo il gruppo ha continuato a
lavorare e nel 2019 ha pubblicato, per Black Widow Records, Land of legends. (Luigi Cattaneo)
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