I Murple sono un
gruppo romano nato nel 1971 grazie alla volontà del bassista Mario Garbarino e
del batterista Duilio Sorrenti, ai quali si aggiunsero successivamente il
tastierista Pier Carlo Zanco e Pino Santamaria, nelle vesti di chitarrista e
cantante. Dopo due anni di attività concertistica vengono messi sotto contratto
dalla Fare Records, che è una sottoetichetta della casa discografica tedesca
Basf. Particolare questo da non sottovalutare, in quanto i Murple erano una
delle poche band italiane di quest’etichetta, che non si preoccupò minimamente
di effettuare una dovuta promozione al gruppo. Così come molte altre band del
periodo difatti i Murple, senza un’adeguata attività promozionale, non
raccolsero mai i frutti del loro lavoro che, pur non essendo un capolavoro,
meritava perlomeno una maggiore attenzione nel momento della sua uscita.
Io sono Murple è formato da due suite
divise in 6 movimenti ciascuna che raccontano della vita di un pinguino, Murple
per l’appunto, che decide di abbandonare il suo habitat naturale per vivere
libero con l’uomo. La prima suite è caratterizzata da ampi spazi strumentali di
ottima fattura, che mostrano la qualità tecnica dei musicisti, che pur non
creando nulla di innovativo risultano essere decisamente convincenti. Diverse
le atmosfere che pervadono la suite, ben cristallizzate da passaggi ora dal
sapore hard ora soffusi e suggestivi, che ci conducono ad un finale in pieno
stile progressivo con Santamaria abile nel duettare con le tastiere di Zanco,
entrambi ben sostenuti dalle accelerazioni di Sorrenti. Il pianoforte di Zanco
e le sue reminiscenze classiche guidano l’inizio della seconda suite, dove si
inserisce il canto di Santamaria, che però convince molto di più nelle vesti di
chitarrista, in quanto in alcuni passaggi la sua voce risulta essere troppo
piatta e monocorde. Sono proprio i momenti in cui si dà spazio alla voce di
Santamaria quelli ad entusiasmare meno; difatti quando la band decide di
accelerare ascoltiamo le parti migliori del disco, con cambi di tempo, impulsi
rock e trame romantiche, soluzioni strumentali non molto originali ma suonate
decisamente bene e con il piglio di chi, pur non inventando nulla di nuovo,
trova soluzioni molto piacevoli e ben eseguite. Quindi un lavoro che deriva dai
grandi gruppi progressivi, sia della scena inglese che italiana, un disco
sicuramente che non presenta novità di fondo ma che può risultare gradevole per
chi ama certe sonorità (e per i completisti della materia).
Visto lo scarso
successo di critica e pubblico, i Murple dapprima collaborarono con Gianfranca
Montedoro (ex Living Music) per l’album Donna
Circo e poi per ben sette anni fecero parte della band di Mal. Solo nel
2008 Sorrenti, Zanco e Garbarino con la sigla Murple sono riusciti a pubblicare
un nuovo lavoro, Quadri di un
esposizione. (Luigi Cattaneo)
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