Nati nel 2015, gli Egon
hanno sinora pubblicato tre lavori, di cui Il
cielo rosso è nostro rappresenta l’esordio del 2016, con la band che, in
formato trio, confezionava poco più di trenta minuti distillati di new wave e
cantautorato. Marcello Meridda (batteria), Francesco Pintore (basso) e Marco
Falchi (voce e chitarra), si muovono qui agili tra la malinconia dei Marlene
Kuntz, la rabbia dei CSI e la psichedelia noisy di alcuni episodi targati
Verdena, sfumature sottili che invadono da subito l’iniziale Dissolvenza, inquieta e dall’oscuro
fascino post punk. Immobile è una
nera perla elettrica, con Falchi che appare il cantore di una fine senza
appello, doppiata dallo spoken diabolico di Onirico,
psichedelica danza in cui le ritmiche diventano un mantra allucinato. La quiete
di Dry si palesa improvvisa in tutta
la sua suggestione, prima dell’ottima Il
sogno, che rimanda a immagini piene di pathos davvero commoventi. L’intensa
Stratificazione ricorda i Marlene più
poetici, mentre la conclusiva The red sky
is ours è un viaggio verso rosse aurore che annientano gli occhi,
buonissimo finale dal sapore post. Per conoscere meglio la band potete visitare
la loro pagina https://egonband.bandcamp.com/
Onirico (Video)
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