giovedì 9 luglio 2020

IL MURO DEL SUONO, Il muro del suono (2019)



Dietro il monicker Il Muro del Suono troviamo Luciano Margorani (già con i La1919 e Beauty is in the distance, qui impegnato alla chitarra e al basso), Antonio Siniscalchi (tastiere, ex Dedalogica) e Alessandro Di Caprio (batterista dei progster Ubi Maior), un trio dal background variegato che, sotto l’egida della sempre curiosa ADN, si è divertito a sperimentare in piena libertà creativa. Free form che ricorda alcuni episodi targati Moonjune Records, un ponte immaginario tra New York, Milano e Avellino, un esperimento fortemente improvvisato libero da schemi prestabiliti. In music it was different mostra subito l’approccio del trio alla composizione, con Siniscalchi e Margorani a dettare piccole melodie sulla base ritmica ripetitiva di Di Caprio, quasi un introduzione alla successiva Il sangue degli innocenti, avanguardia notturna e dai tratti spettrali. Più complessa la lunga Come un sole nascente, accostabile per intento a Lighthouse del trio Wingfield Reuter Sirkis, con cui condivide la voglia di andare oltre i generi, di creare episodi che siano volutamente arditi e di difficile assimilazione. Ciò non toglie che tutto ciò diviene estremamente affascinante, soprattutto se si ha una certa dimestichezza con queste sonorità, che continuano nella successiva Contronatura, in cui riecheggiano le intuizioni proprio di Beauty is in the distance (di cui abbiamo parlato da queste pagine) e dei Dedalogica dell’interessante omonimo del 2008. La chiusura è affidata al brano meglio riuscito, la pulsante In una terra straniera, eccentrica progressione  immaginifica dal vago sapore asiatico. Ovviamente in un lavoro del genere non sempre tutto può risultare fluido, ma la saggia decisione di non appesantire, anche in termini di lunghezza, l’opera, diviene un importante punto a favore, facendo risultare nel complesso questo esordio sì audace ma anche discretamente scorrevole. (Luigi Cattaneo)   



Nessun commento:

Posta un commento