Dietro il monicker Il
Muro del Suono troviamo Luciano Margorani (già con i La1919 e Beauty is in the
distance, qui impegnato alla chitarra e al basso), Antonio Siniscalchi
(tastiere, ex Dedalogica) e Alessandro Di Caprio (batterista dei progster Ubi
Maior), un trio dal background variegato che, sotto l’egida della sempre
curiosa ADN, si è divertito a sperimentare in piena libertà creativa. Free form
che ricorda alcuni episodi targati Moonjune Records, un ponte immaginario tra
New York, Milano e Avellino, un esperimento fortemente improvvisato libero da
schemi prestabiliti. In music it was
different mostra subito l’approccio del trio alla composizione, con
Siniscalchi e Margorani a dettare piccole melodie sulla base ritmica ripetitiva
di Di Caprio, quasi un introduzione alla successiva Il sangue degli innocenti, avanguardia notturna e dai tratti
spettrali. Più complessa la lunga Come un
sole nascente, accostabile per intento a Lighthouse del trio Wingfield Reuter Sirkis, con cui condivide la
voglia di andare oltre i generi, di creare episodi che siano volutamente arditi
e di difficile assimilazione. Ciò non toglie che tutto ciò diviene estremamente
affascinante, soprattutto se si ha una certa dimestichezza con queste sonorità,
che continuano nella successiva Contronatura,
in cui riecheggiano le intuizioni proprio di Beauty is in the distance (di cui
abbiamo parlato da queste pagine) e dei Dedalogica dell’interessante omonimo
del 2008. La chiusura è affidata al brano meglio riuscito, la pulsante In una terra straniera, eccentrica
progressione immaginifica dal vago
sapore asiatico. Ovviamente in un lavoro del genere non sempre tutto può
risultare fluido, ma la saggia decisione di non appesantire, anche in termini
di lunghezza, l’opera, diviene un importante punto a favore, facendo risultare
nel complesso questo esordio sì audace ma anche discretamente scorrevole.
(Luigi Cattaneo)
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