Terzo e ultimo capitolo
della trilogia iniziata con Rebis (2016) e proseguita con Rajas (2020),
Einder dei Bridgend è davvero un ponte tra le due uscite precedenti, con
elementi che rimandano ad entrambi i capitoli e suggellano una storia ricca di
atmosfera e suggestioni. Andrea Zacchia (chitarra), Leonardo Rivola (synth),
Massimo Bambi (batteria) e Dario Piccioni (basso) decidono di porre fine al
progetto (a meno di ripensamenti) con un vinile bellissimo anche graficamente,
in bilico tra progressive e post, sempre raffinato ed elegante. Uno sguardo sui
’70 senza rimanerne intrappolati, la P.F.M. c’è ma anche Goodbye, Kings e Godspeed
You! Black Emperor, a partire dall’iniziale Sattva, piena di pathos e di
melodie efficaci in odore di soundtrack. Ogni notte vive su un crescendo
perfetto, che ci conduce al finale del lato A, L’interprete sublime,
maggiormente psichedelica e floydiana. Il lato B è occupato dalla suite La
fine del ponte, monumentale episodio dove emergono tutte le influenze del
quartetto e le ottime doti sia tecniche che soprattutto di scrittura, rifinita
e attenta al dettaglio, elementi che hanno contraddistinto un percorso in
crescita che speriamo non si interrompa sul più bello. (Luigi Cattaneo)
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