Torna il trio formato da
Markus Reuter (touch guitar, loop), Tim Motzer (chitarre, elettronica, loop) e
Kenny Grohowski (batteria, percussioni) dopo Shapeshifters del 2020,
musicisti che hanno da subito trovato chimica e intesa, fondamentali quando si
danno alle stampe dischi come questo Bleed, concepito sullo sfondo della
Hudson Valley grazie ad una nuova intuizione di Leonardo Pavkovic, eminenza
grigia della Moonjune Records (Motzer e Grohowski protagonisti insieme anche nei Pakt). Una session di studio totalmente improvvisata,
dove le trame di Reuter e Motzer sono sostenute dal folle lavoro di Grohoski,
una libertà esecutiva che viene contrappuntata dalle orchestrazioni di hammond,
mellotron e rhodes e che non conosce paletti di sorta. Un magma dove la spinta
propulsiva del batterista è base concettuale su cui poggiarsi e dare sfogo alla
propria creatività, come si evince da brani colossali come Oracle chamber o
Monolith, esempi di punta di uno dei migliori lavori degli ultimi anni
dell’etichetta, sempre attenta quando c’è da proporre con coraggio novità in
ambito avanguardistico. (Luigi Cattaneo)
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