martedì 4 aprile 2017

ASTROLABIO, I paralumi della ragione (2017)


Dopo L’isolamento dei numeri pari del 2014, tornano ancora sotto la supervisione dell’Andromeda Relix gli Astrolabio con il nuovo I paralumi della ragione, un album che ha iniziato a prendere forma addirittura durante le sessioni di registrazione del precedente. Ciò che contraddistingue la release è il ricorso ad una pungente satira, anche politica, elemento ironico tipico del gruppo e che trova una propria fisionomia anche come critica sociale ai problemi dell’attualità. Un ritratto a tratti grottesco della società, capace di far sorridere e riflettere, con il protagonista del racconto che si addormenta all’inizio dell’album per svegliarsi solo alla fine, in un percorso in cui viene ad incontrare situazioni quotidiane frustranti e drammatiche. Tante le idee messe sul piatto dal quartetto (Michele Antonelli alla voce, alla chitarra e al flauto, Paolo Iemmi al basso, Alessandro Pontone alla batteria e Massimo Babbi alle tastiere) in questo disco, un piccolo e ulteriore passo avanti rispetto al debut e sempre impregnato dei classici stilemi che hanno fatto la storia del prog, a cui va però aggiunta l’indubbia personalità nel trattare la materia. Dormiveglia #1 è l’inizio del sogno (o dell’incubo), un tributo a Blackbird dei Beatles che anticipa Nuovo Evo, un hard prog tirato che sottolinea l’angoscia dell’immobilismo perenne che deve affrontare l’eroe comune e che vede la significativa partecipazione di Lucia Caffini al violino. Una cosa presenta tracce di R.I.O., con parti al limite del demenziale e che lasciano trasparire doti sinora non emerse del tutto. Pubblico impiego è una denuncia polemica ed ironica sullo status degli impiegati statali (e affini) e vede presente Andrea Calzoni (Psycho Praxis, Il Paradiso degli Orchi) al flauto, prima dell’ottima Arte(Fatto), brano malinconico e che colpisce nel profondo. Otto oche ottuse (di nuovo con il bravo Calzoni) è la rielaborazione di un vecchio pezzo strumentale degli Elettrosmog (la band precedente alla nascita degli Astrolabio) ed è una composizione breve e circolare ma molto gradevole. Di tutt’altro spirito è La casa di Davide, 10 minuti ispirati ai fatti sanguinosi che da anni imperversano nei territori palestinesi e forse il punto più alto della pur breve carriera dei veronesi. Molto buona anche Sui muri con il suo spleen mesto dedicato all’oblio e al decadimento, prima del risveglio di Dormiveglia #2 che come il suo alter ego iniziale omaggia il lavoro di Paul McCartney e soci. Il disco è probabilmente meglio messo a fuoco rispetto al precedente, ha meno cali e offre spunti qualitativamente più alti con alcuni picchi di notevole fattura, segno che l’ensemble sta crescendo e che il futuro può essere per loro ricco di soddisfazioni e traguardi. (Luigi Cattaneo)
 
Album trailer
 

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