Un nome che ha origini
lontane quello dei Vicolo Inferno, tanto che risale addirittura al 1504, quando
una cruenta battaglia lasciò il segno nell’immaginario popolare di Imola (la
loro città di provenienza) e trasformò per sempre il nome di quell’angusto selciato
dove avvennero i fatti (Vicolo Inferno per l’appunto). Monicker a parte, la
band è passata dai consueti demo, live, concorsi e cambi di line up per
giungere con consapevolezza nel 2013 al primo full lenght, Hourglass, dove hard ed heavy si incontravano in un abbraccio
ampiamente melodico. Si arriva così ai giorni nostri e alla pubblicazione di Stray ideals, con una formazione
rinnovata che vede Igor Piattesi alla voce, Marco Campoli alla chitarra,
Wallace (ex Showstripsilence) al basso e Michele Gollini alla batteria. Il
gruppo prosegue con la sua carica hard rock influenzata dal grunge dei Pearl
Jam e dei successivi Creed, con ritmiche solide, parti di chitarra ispirate e
un cantato perfetto per il tipo di musica proposto. Gli imolesi mi sono apparsi
maturi e taglienti al punto giusto, con scariche elettriche notevoli a cui
viene sempre abbinata una certa ricerca per melodie piuttosto catchy. La
scrittura è diventata più sicura e se pure non si ravvisano particolari novità
l’album scivola via alla grandissima, lasciando la sensazione di trovarsi
dinnanzi ad un complesso che meriterebbe più spazio. Il grunge di Seattle è
spesso presente nelle 13 tracce e si imparenta con il rock sanguigno degli
Aereosmith più tirati e ciò è ravvisabile sin dalle prime note di Grey matter brain, corposa e compatta
dall’inizio alla fine. Dirty magazzeno accentua
la potenza hard, mentre Rude soul si riallaccia maggiormente al gruppo di Eddie
Vedder, prima dell’efficace trama della suggestiva title track. Non mancano
aloni southern sparpagliati con saggezza in diversi momenti del disco e che
lasciano trapelare pulsioni emerse meno sinora e che completano un bagaglio di
suoni piuttosto interessante. C’è anche tempo per una special guest, Caterina
Minguzzi, che duetta in Two matches,
il brano forse più immediato tra i presenti e decisamente gradevole. Stray ideals è un come back vigoroso e
vitale, perfetto per quanti ancora rimpiangono la stagione del boom del grunge
e apprezzano alcune entità hard della LogicIllogic Records come John Dallas, Saints
Trade o Badmotorfinger. (Luigi Cattaneo)
Rough Hills (Video)
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