lunedì 24 aprile 2017

VICOLO INFERNO, Stray ideals (2016)


Un nome che ha origini lontane quello dei Vicolo Inferno, tanto che risale addirittura al 1504, quando una cruenta battaglia lasciò il segno nell’immaginario popolare di Imola (la loro città di provenienza) e trasformò per sempre il nome di quell’angusto selciato dove avvennero i fatti (Vicolo Inferno per l’appunto). Monicker a parte, la band è passata dai consueti demo, live, concorsi e cambi di line up per giungere con consapevolezza nel 2013 al primo full lenght, Hourglass, dove hard ed heavy si incontravano in un abbraccio ampiamente melodico. Si arriva così ai giorni nostri e alla pubblicazione di Stray ideals, con una formazione rinnovata che vede Igor Piattesi alla voce, Marco Campoli alla chitarra, Wallace (ex Showstripsilence) al basso e Michele Gollini alla batteria. Il gruppo prosegue con la sua carica hard rock influenzata dal grunge dei Pearl Jam e dei successivi Creed, con ritmiche solide, parti di chitarra ispirate e un cantato perfetto per il tipo di musica proposto. Gli imolesi mi sono apparsi maturi e taglienti al punto giusto, con scariche elettriche notevoli a cui viene sempre abbinata una certa ricerca per melodie piuttosto catchy. La scrittura è diventata più sicura e se pure non si ravvisano particolari novità l’album scivola via alla grandissima, lasciando la sensazione di trovarsi dinnanzi ad un complesso che meriterebbe più spazio. Il grunge di Seattle è spesso presente nelle 13 tracce e si imparenta con il rock sanguigno degli Aereosmith più tirati e ciò è ravvisabile sin dalle prime note di Grey matter brain, corposa e compatta dall’inizio alla fine. Dirty magazzeno accentua la potenza hard, mentre Rude soul  si riallaccia maggiormente al gruppo di Eddie Vedder, prima dell’efficace trama della suggestiva title track. Non mancano aloni southern sparpagliati con saggezza in diversi momenti del disco e che lasciano trapelare pulsioni emerse meno sinora e che completano un bagaglio di suoni piuttosto interessante. C’è anche tempo per una special guest, Caterina Minguzzi, che duetta in Two matches, il brano forse più immediato tra i presenti e decisamente gradevole. Stray ideals è un come back vigoroso e vitale, perfetto per quanti ancora rimpiangono la stagione del boom del grunge e apprezzano alcune entità hard della LogicIllogic Records come John Dallas, Saints Trade o Badmotorfinger. (Luigi Cattaneo)
 
Rough Hills (Video)
 

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