Il progetto acustico
Galaverna è una creazione di Valerio Willy Goattin, un musicista di Verona già
attivo nel panorama hard & heavy con Anteo, Riul Doamnei e gli spagnoli
Slap Guru. Qui però ci troviamo dinnanzi a qualcosa di assolutamente
differente, un gruppo dove Valerio dà libero sfogo alla sua passione per il
progressive settantiano (Jethro Tull, Camel, Comus) e per il folk nord acustico
(Thomas Dybdahl, Bukkene Bruse). Il disco è ispirato da un mondo gelido e
antico e l’autore riesce nel suo intento di condurre l’ascoltatore in lande
lontane, desolate e spoglie. Dodsdans (La
danza della morte) è un concept che racconta le avversità che un uomo deve
superare per sopravvivere in un contesto assolutamente inospitale. Goattin ha
però la capacità di decantare la bellezza di certi luoghi, la magia intrinseca
in essi e come la natura possa essere crudele e affascinante. Il plot è molto evocativo
e Valerio è stato accompagnato dai bravissimi Stefano Masotto (basso), Giulio
De Boni (flauto), Lorenzo Boninsegna (viola) e Michele Nicoli (batteria e
percussioni). Il racconto si sviluppa con queste premesse, tra ballate
spettrali, fraseggi inquieti e un alone dark e ombroso che echeggia per tutta
la durata del platter. Le influenze sono comunque minimali e ad emerge è
soprattutto la grande personalità del compositore, che punta moltissimo sul
creare atmosfere macabre, in cui hanno un grande peso l’utilizzo accorato di
flauto e viola. Un decadentismo vintage che Goattin maneggia con sapienza e
attenzione, risultando credibile e comunicativo per tutto l’album. Interessante
constatare quanto fascino arcano fuoriesca dalle otto parti del concept, che ti
catapulta davvero in un universo sconosciuto, lontanissimo dall’italica realtà
folkeggiante o dai tanto celebrati cantautori indie degli ultimi anni, con il
veneto cantore di distese oscure e mistiche. I tanti richiami ad una dimensione
fantastica e onirica si sposano perfettamente con il folk rock progressivo del
quintetto, un ensemble dal sapore internazionale e che è riuscito a regalare
una piccola perla del panorama undergound nostrano, sempre foriero di belle
novità, a discapito di chi rimpiange sempre i tempi in cui c’era di più. Il
disco va ascoltato come un vinile, ogni brano è funzionale alla narrazione e
meriterebbe una distibuzione adeguata alle potenzialità insite in esso, perché
le idee abbondano e non sono mai banali. Consigliato senza se e senza ma.
(Luigi Cattaneo)
Dodsdans (Album promo)
Vi siete informati male la intera opera batteistica stata registrata è composta per Rodrigo Suarez.
RispondiEliminaSi spieghi meglio, così come ha scritto non si capisce molto
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