Arriva al primo disco
solista Pier Bernardi, bassista che ha lavorato con nomi di spicco della scena
internazionale (primo su tutti il grande Paul Gilbert) e lo fa con un lavoro
strumentale figlio della voglia di rinascere, artisticamente e personalmente. Re-birth è frutto di riflessioni che
sanno coinvolgere e Pier si è fatto coadiuvare da ottimi professionisti come
Michael Urbano alla batteria (Sheryl Crow, Smash Mouth, Ligabue), Ace alla
chitarra (Skunk Anansie) e Giovanni Amighetti ai synth (che si è occupato anche
della produzione artistica), oltre che da David Rhodes alla chitarra (Peter
Gabriel), Roger Ludvigsen alla chitarra e Paolo Vinaccia a batteria e
percussioni nell’ispirata Grace
(scelta come primo singolo). L’album è molto sentito e comunicativo, Bernardi
intreccia il proprio vissuto con quello del paese, con il sound che rispecchia
i titoli scelti (l’amorevole dedica di My
eyes are yours, la martellante verve di Stars
and Stones). Il bassista è un interprete espressivo (While you are sleeping), che non ha timore di giocare con il rock
più classico (la furente I’m ready now,
quasi un grido liberatorio) ma tutti i coinvolti fanno un’egregia figura,
complice un songwriting immediato e gradevole (A bus, your hand). Le doti tecniche ci sono ma Pier preferisce
puntare sull’impatto e sul groove, con qualche frangente più particolare che
non tradisce la natura del platter, curato negli arrangiamenti e nei
particolari (le registrazioni si sono svolte al Dudemusic Studio di Stefano
Riccò). Il basso di Bernardi è chiaramante protagonista ma non invade la scena,
non diviene prevalente per oscurare gli altri suoni, permettendo così una certa
coesione che avvantaggia dinamismo e propulsione ritmica. Re-birth è sicuramente un buon esordio, che mette in luce capacità
di scrittura sinora non conosciute e lascia aperte diverse porte per
interessanti sviluppi futuri. (Luigi Cattaneo)
Grace (Official Video)
Nessun commento:
Posta un commento