Fresco di
pubblicazione, 3,3 periodico degli
Esedra è un lavoro in bilico tra fusion, progressive e jazz rock, un full
lenght dove ha un ruolo non secondario la voglia di essere liberi e di potersi
esprimere come meglio si crede. Ezio Epaminonda (basso), Giovanni Giuffrida
(chitarra) e Marco Maria Pennisi (batteria) formano questo ottimo trio nel
2005, con l’obiettivo di mescolare generi pur guardando a band con cui hanno
avuto anche la fortuna di condividere il palco (Mike Stern, Victor Wooten,
Gong). Dopo aver curato lo spettacolo Le
macchine di Leonardo nel 2011, ora è la volta di un esordio frutto di anni
di lavoro, che dimostra la grande capacità di coinvolgere grazie soprattutto ad
un innato senso per il groove e ad un impatto live per loro irrinunciabile. La
musica del trio è scattante, tesa, si sviluppa lungo otto pezzi vibranti e
saturi di elettricità, con le good vibrations tipiche del rock e tempi dispari
disseminati a go go. La formazione triangolare è più che sufficiente e saltella
agevolmente tra momenti potenti, in cui è ravvisabile una foga quasi hard e
altri tipici della fusion, sempre segnati da un approccio vivace e inventivo.
Alcuni passaggi al limite del free profumano di jam session (facendo pensare
anche alle magie del trio Henderson-Berlin-Cobham) e innalzano il livello di naturalezza
spontanea, elemento non sempre ravvisabile in certe produzioni di settore. Si
parte forte con 12 lune, un inizio
ideale per innamorarsi subito dei catanesi e si prosegue con i possenti
intrecci di 3010 L’era dei mammut.
Sotto i colpi del jazz rock si muove La
grande traversata, dove è magistrale l’interplay tra i tre musicisti,
impressione che viene rispettata anche in Ecìla,
brano intenso ma leggiadro. Le macchine
di Leonardo mostra una compatezza d’intenti non trascurabile, prima di NFTC, un grido d’orgoglio sull’essere sé
stessi, un inno viscerale all’unicità. Concludono il platter la buonissima La mutazione e Il buio, un singolare ma affascinante esperimento che contiene tre
registrazioni, una per strumento, senza punti di riferimento e realizzate di notte.
3,3 periodico è davvero un prodotto
di spessore, come gran parte della discografia targata Dodicilune Records e
conferma, laddove ce ne fosse realmente bisogno, la grande produttività del
sottobosco italiano (con buona pace di chi in Italia ancora non si è accorto
del fatto … ). Luigi Cattaneo
3010 L'era dei mammut (Video)
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