Ospiti del prestigioso
FIM che si terrà tra qualche settimana (26/27/28 maggio presso Lariofiere di
Erba), gli Afasia (Marco Civilla alla voce, Francesco Lori alla chitarra,
Giuseppe Poveromo alle tastiere, Damiano Lanciano al basso e Fabio Riccucci
alla batteria) debuttano con l’ambiziosa opera Nelle vesti del mio ego, un lavoro complesso che ha visto i laziali
piuttosto impegnati sia dal punto di vista strutturale che testuale. Il concept
non è di facile lettura, elemento tipico di diversi gruppi che operavano nei
’70, ed è un crogiuolo di elementi che vanno a formare un racconto che vive di
situazioni differenti, dove la duttilità diviene elemento essenziale per lo svolgimento
della narrazione. Tra passaggi suggestivi, affondi heavy e tenui fraseggi, si
sviluppa la storia di un ragazzo vittima di un disturbo mentale e costretto a
passare l’esistenza in un sanatorio, con il disagio psicofisico crescente e il
tema dell’abbandono e dell’emarginazione che in qualche modo connette anche
l’uomo moderno. Argomento trattato dalla band con un certo carico di
suggestione e che riesce nell’intento di apparire attuale ma nel contempo
vintage, un percorso non molto lontano da quello di gruppi contemporanei come
VIII Strada e La Bottega del Tempo a Vapore, anch’essi nostalgici di Banco del
Mutuo Soccorso e P.F.M. ma attenti allo sviluppo hard del genere (Dream
Theater, Vanden Plas). Eterogeneità che viene applicata comunque a schemi
conosciuti e le molteplici sensazioni che emergono seguono l’intricata trama,
con l’ensemble che si diverte ad utilizzare una vasta gamma di soluzioni
creative, talvolta più epiche e intense, altre volte decisamente proiettate sul
versante metal prog. I sei brani presenti sono mediamente lunghi, con la
sontuosa title track suddivisa in due parti ad aprire e chiudere il platter. In
mezzo la buona ballata La grazia di
Andromeda, l’ottima e vibrante Grida
dall’ade, la gradevole Perseo e
soprattutto la suite di 20 minuti La
valle delle ruote meccaniche, non sempre fluida lungo il percorso ma
estremamente ricca e variegata e vera sintesi dello stile del gruppo. Chiaro
che le tante sovrastrutture dei pezzi non permettono un ascolto di circostanza
(cosa tra l’altro evitabile anche per dischi meno carichi di elementi) ma gli
Afasia hanno sicuramente qualcosa da dire e lo dicono con sicurezza e
determinazione. (Luigi Cattaneo)
Nelle vesti del mio ego (Album Trailer)
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