giovedì 11 maggio 2017

AFASIA, Nelle vesti del mio ego (2016)


Ospiti del prestigioso FIM che si terrà tra qualche settimana (26/27/28 maggio presso Lariofiere di Erba), gli Afasia (Marco Civilla alla voce, Francesco Lori alla chitarra, Giuseppe Poveromo alle tastiere, Damiano Lanciano al basso e Fabio Riccucci alla batteria) debuttano con l’ambiziosa opera Nelle vesti del mio ego, un lavoro complesso che ha visto i laziali piuttosto impegnati sia dal punto di vista strutturale che testuale. Il concept non è di facile lettura, elemento tipico di diversi gruppi che operavano nei ’70, ed è un crogiuolo di elementi che vanno a formare un racconto che vive di situazioni differenti, dove la duttilità diviene elemento essenziale per lo svolgimento della narrazione. Tra passaggi suggestivi, affondi heavy e tenui fraseggi, si sviluppa la storia di un ragazzo vittima di un disturbo mentale e costretto a passare l’esistenza in un sanatorio, con il disagio psicofisico crescente e il tema dell’abbandono e dell’emarginazione che in qualche modo connette anche l’uomo moderno. Argomento trattato dalla band con un certo carico di suggestione e che riesce nell’intento di apparire attuale ma nel contempo vintage, un percorso non molto lontano da quello di gruppi contemporanei come VIII Strada e La Bottega del Tempo a Vapore, anch’essi nostalgici di Banco del Mutuo Soccorso e P.F.M. ma attenti allo sviluppo hard del genere (Dream Theater, Vanden Plas). Eterogeneità che viene applicata comunque a schemi conosciuti e le molteplici sensazioni che emergono seguono l’intricata trama, con l’ensemble che si diverte ad utilizzare una vasta gamma di soluzioni creative, talvolta più epiche e intense, altre volte decisamente proiettate sul versante metal prog. I sei brani presenti sono mediamente lunghi, con la sontuosa title track suddivisa in due parti ad aprire e chiudere il platter. In mezzo la buona ballata La grazia di Andromeda, l’ottima e vibrante Grida dall’ade, la gradevole Perseo e soprattutto la suite di 20 minuti La valle delle ruote meccaniche, non sempre fluida lungo il percorso ma estremamente ricca e variegata e vera sintesi dello stile del gruppo. Chiaro che le tante sovrastrutture dei pezzi non permettono un ascolto di circostanza (cosa tra l’altro evitabile anche per dischi meno carichi di elementi) ma gli Afasia hanno sicuramente qualcosa da dire e lo dicono con sicurezza e determinazione. (Luigi Cattaneo)
 
Nelle vesti del mio ego (Album Trailer)
 

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