I No Man Eyes nascono
nel 2011 da ex membri dei Graveyard Ghost, band che pubblicò nel 2007 Omega, un disco a cavallo tra classico
heavy metal e power teutonico. Dopo solo due anni i liguri debuttarono con Hollow man, ricevendo una certa
attenzione soprattutto dalla stampa del Nord Europa, riuscendo ad aprire i set
di band come Mastercastle, Trick or Treat, Wonderworld e Nerve. Il sound del
nuovo Cosmogony si arricchisce di
fraseggi thrash metal, con reminiscenze power prog e hard in cui tutti hanno un
ruolo essenziale, dalle ritmiche potenti della coppia formata da Alessandro
Asborno (basso) e Michele Pintus (batteria), ai riff e ai solo di Andrew Spane
(chitarra), sino ad arrivare alla voce di Fabio Carnotti, autore di clean
vocals che stemperano le sfuriate dei suoi compagni. L’heavy degli esordi si è
quindi contaminato con altre pulsioni, che emergono chiaramente in un disco con
pochi cali, suonato con perizia, di notevole impatto e cura per il songwriting.
Un crossover abilmente controllato da quattro musicisti che oramai hanno una
certa esperienza e che lo dimostrano già dall’iniziale Dreamsland (preceduta dall’intro Lord), uno dei pezzi più pesanti dell’intero lavoro e di evidente
matrice thrash. Decisamente più abbordabile ma non meno riuscita Huracan, prima del power prog oscuro di Bound to doom e di Spiders, melodica ma aggressiva dall’inizio alla fine. Molto
violenta Blossom of creation,
episodio forse minore dell’album, mentre le successive All the fears e How come
sono decisamente ottime, condensando anima, comunicatività e passione in due
composizioni ben congegnate. Anche The
death you need in realtà è un momento piuttosto significativo, roboante e
vigoroso, così come la title track strumentale dal sapore heavy neoclassico
mette in luce le doti tecniche del gruppo. Chiude la veloce ed energica Children of war, espressione del
background metal che rimane trademark del quartetto. Gruppo in netta crescita e
da tenere assolutamente d’occhio e conferma di come Genova continui ad essere
fucina di tante band talentuose e che meriterebbero maggiori fortune. (Luigi
Cattaneo)
Bound to doom (Video)
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