Esordio solista per
Lorenzo Venza, chitarrista senese giovane ma già di grande e comprovata
esperienza e attivo con svariate formazioni, tra cui il Trio Malè (jazz), i
Beyond Abstract (jazz rock strumentale), gli LSD (trio strumentale) e gli
Utopia (band prog metal con due dischi alle spalle, Ice and Knives e Mood changes),
oltre che impegnato nel comporre musiche per spettacoli teatrali e reading.
Un’artista così curioso e trasversale non poteva non cimentarsi in una prova a
proprio nome (suonando anche alle tastiere), ottimamente sostenuto da una
solida coppia ritmica formata da Alessandro Patti al basso e Valerio Lucantoni
alla batteria, a cui vanno aggiunte le chitarre di Umberto Fiorentino
(Lingomania, New Sound Planet, Mina, Roberto Gatto, Enzo Pietropaoli) nella
travolgente The door and the river e
Brett Garsed (T.J. Kelmerich, Planet x, John Fahrman, Nelson, Derek Sherinian)
nella brillante title track. Liquid sky è
pura fusion progressiva e mostra un chitarrista capace di spaziare su più
fronti, sempre tenendo ben presente la grande cura che va posta per l’aspetto
melodico, senza lasciar parlare solo la notevole tecnica di cui è in possesso.
Difatti Venza ha la volontà di essere viscerale e lirico, aspetti che alla fine
risulteranno determinanti per la riuscita del platter, che ha un suono potente
e ricco, fatto di fraseggi articolati e fulgide sospensioni, doti che lo hanno
portato a costruire brani che non sono pensati per mostrare solo quanto si è
bravi ma per arrivare a chi ascolta con passionalità e fluidità. Lorenzo è
riuscito nell’intento di comporre un debut strumentale articolato tra jazz rock
(Return to forever), progressive (The Aristocrats) e spirito fusion (Scott Henderson, Pat Metheny), mostrando sensibilità e grande professionalità nell’elaborare
con efficacia un complesso crossover tra generi. (Luigi Cattaneo)
Seven words (Official Video)
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