giovedì 20 dicembre 2018

DEMETRA SINE DIE, Post Glacial Rebound (2018)


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Avevamo parlato dei Demetra Sine Die ai tempi dell’ottimo A quiet land of fear del 2012 ed è un piacere ritrovarli a distanza di cinque anni con il nuovissimo Post Glacial Rebound, uscito qualche mese fa grazie alla sempre attenta Third I Rex. Rispetto al recente passato la formazione è diventata un trio (Adriano Magliocco al basso e ai synth, Marcello Fattore alla batteria e Marco Paddeu alla voce, alla chitarra e al Korg) ma l’oscurità che pervadeva il precedente lavoro è ancora qui, si percepisce, avvolge l’ascoltatore, in un crossover di psichedelia, sludge, noise, metal e doom. Le trame di questo come back confermano la predisposizione per strutture articolate, intense, grevi, un mood sulfureo pervade ciò che sembra un viaggio nei meandri dell’inferno, con richiami a band come Blut Aus Nord e Virus, ma sempre con un approccio personale e caratterizzante. Stanislaw lem apre le danze, ed è subito un grande traccia di doom claustrofobico, un trip nero pece, emozionale nella sua decadenza, che fa il paio con la successiva Birds are falling, leggermente più melodica ma non per questo meno dark e soprattutto conferma la sensazione di trovarci dinnanzi ad una band che cerca di differenziarsi in maniera del tutto naturale. Lament evolve al suo interno, con parti recitate lievi che preparano l’ennesima sferzata gravida di cupa psichedelia e lugubre doom, a cui si aggiunge un finale dal sapore black metal, con la voce di Paddeu che riempie l’aria con laceranti growl. Elementi che ritroviamo anche nella lunga Gravity, a cui contribuisce Luca Gregori, voce dei black metallers Darkend, prima di Eternal Transmigration, uno spoken word fortemente ambient che non convince del tutto. Liars torna su livelli più consoni al gruppo, così come la title track conclusiva è l’ennesima esperienza a base di psichedelia progressiva, atmosfera malsana e sfuriate noisy. Chi conosce già la band non si perderà senz’altro questo avvincente ritorno, chi ancora è all’oscuro dell’esistenza dei Demetra Sine Die ha l’obbligo, quasi morale, di iniziare proprio dal nuovo Post Glacial Rebound. (Luigi Cattaneo)
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