Arrivano da Brescia gli
Hell’s Guardian, un quartetto formato da Cesare Damiolini (voce e chitarra),
Freddie Formis (chitarra), Claudio Cor (basso) e Dylan Formis (batteria), che
con As above so below tornano in
pista dopo un ep e un primo full di qualche anno fa. Il loro death metal,
melodico ed epico, è accostabile a realtà come Amorphis, Sabaton, Dark
Tranquillity e Atlas Pain, e proprio da questi ultimi arriva Samuele Faulisi, che
si è occupato delle belle orchestrazioni del disco, ottime per creare atmosfera
e grandeur melodrammatico, in un ritorno discografico con parecchi spunti degni
di nota. Un crossover di influenze che risultano ben mescolate tra loro e che
contraddistinguono un sound carico di pathos e felici intuizioni melodiche, con
le già citate orchestrazioni di Faulisi ago della bilancia tra furia del death
e ragionate parti clean. Dopo una breve introduzione è Crystal door a spianare la strada al lavoro, brano in cui troviamo
Fabrizio Romani degli Infinity alla chitarra e Mirella Isaincu al violino. Il
violino caratterizza anche Jester smile,
mentre My guide my hunger vede
duettare le voci di Marco Pastorino (Temperance) e Adrienne Cowan (Seven
Spires, Winds of Plague). Colpisce la presenza di Ark Nattlig Ulv degli Ulvedharr,
che presta la sua vocalità maligna nella buonissima Colorful dreams, ma è tutta l’opera a convincere, complice anche
una produzione attenta che esalta le dinamiche degli ottimi bresciani. (Luigi
Cattaneo)
Lake of blood (Video)
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