Primo album per i
Roverart, band piacentina che per questo esordio ha puntato molto su un lavoro
d’equipe, in cui emergono le doti di Lorenzo Moretto, che con le sue tastiere e
il consueto flauto progressivo ha donato melodie settantiane immortali, la
chitarra dai frangenti hard di Dario Moretto (abile anche al mandolino), la
vocalità aspra e drammatica di Marco Vincini e una coppia ritmica, formata da
Denis Cassi al basso e Giuseppe De Guida alla batteria, che ha saputo dare il
giusto risalto a composizioni strutturate e attente all’aspetto melodico.
Peccato che la band e questo disco siano ad ora del tutto ignorati da critica e
pubblico di settore, perché qui abbiamo idee e scrittura, sintesi dell’amore
per il vecchio prog inglese, che si traduce nella forza espressiva della title
track e di Landscape ma anche nelle
atmosfere classicheggianti di Wizard’s
wake. Un susseguirsi di passaggi raffinati e cariche rock che trova in Spinning round e Days of Yore, tra i Genesis, i Van Der Graaf Generator e Le Orme di
Truck of fire, tra le cose migliori
di Labyrinth, un debutto che non deve passare inosservato, soprattutto nella cerchia,
ancora cospicua, di chi ama questo tipo di sonorità. (Luigi Cattaneo)
Spinning round (Video)
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