Arrivano al terzo disco
gli Old Rock City Orchestra, trio formato da Cinzia Catalucci (voce, tastiere e
percussioni), Raffaele Spanetta (chitarra, basso, voce e tastiere) e Michele
Capriolo (batteria), dedito ad un rock progressivo tinto di dark, mai troppo
ostico all’ascolto e attento ad una forma canzone, sì strutturata, ma molto
comunicativa. The magic park of dark
roses è veramente un grande ritorno per gli umbri, in continua crescita e
sempre più consapevoli dei loro mezzi, che sospingono un percorso tanto vintage
quanto affascinante. Già l’iniziale title track mette in chiaro qual è la
direzione del power trio, con quel lato oscuro che ben si sposa con una
costruzione generale tipica del prog. Abraxas
evoca umori di una stagione remota, The
fall è la dark song perfetta, a cui contribuisce, e non poco, il violino di
Laurence Cocchiara. Violino che ritroviamo anche nella successiva Visions, contrappuntato dal flauto di
Chiara Dragoni, un interplay esemplare che ci conduce alla parte centrale
dell’opera, con A night in the forest e
The coachman cantate da Spanetta e
rappresentative del potenziale del gruppo di Orvieto. A spell of heart and soul entwined accentua il lato sinfonico, Thinkin’ ‘bout Fantasy e Soul Blues pongono l’accento su un
riuscito crossover tra hard rock, progressive e blues, mentre la conclusiva Golden dawn è una magnifica sezione
strumentale che certifica la forza delle idee di questo mirabile come back.
(Luigi Cattaneo)
Album Teaser
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