Nati nel lontano 2000
come gruppo punk rock, gli Upanishad (Vanni Raul Bagaladi alla chitarra e alla
voce, Mirko Bazzocchi al basso e Lapo Zini alla batteria) nel corso del tempo
hanno sviluppato importanti e interessanti influenze crossover e progressive,
che li ha portati a incidere, dopo un periodo di pausa, Crossroad, full targato Red Cat Records. Lo stile dei toscani si è
tinto negli anni di psichedelia e di prog, un substrato maturo e con una
propria complessità, particelle di alternative americano che si dipanano verso
la magia degli A Perfect Circle e la laboriosa struttura decantata dai Tool.
Bivi, salite e discese, anche emozionali, che hanno bisogno di attenzione da
parte di chi ascolta, catapultato in un mondo fatto di hard, melodie immediate,
impatto rock e allusioni progressive. Look
at you è il raffinato inizio, potente e viscerale, This room si colora con le congas e il djembe di Lisandro
Cancellieri, a cui va aggiunta la voce di Olivia Grace, per quello che è uno
dei momenti più significativi del lavoro. La cura messa in campo dagli
Upanishad emerge anche in brani come Parasite
o Side effects, singolari esempi
di come il trio porti avanti un discorso strutturato da elementi differenti ma
che finiscono per combaciare, dando vita a qualcosa di credibile e organico.
Stupenda la trama strumentale di Spikes
trap, mentre Clouds e The river mostrano con consapevolezza il
lato psichedelico della proposta. La conclusiva No way out chiude ottimamente un lavoro che mostra dedizione e
grandi capacità. (Luigi Cattaneo)
This room (Video)
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