Nati nel 2015, i Marble
House sono un quartetto bolognese formato da Giacomo Carrera (batteria), Matteo
Malacarne (basso e voce), Daniele Postpischl (chitarra, tastiere e piano), Leonardo Tommasini (tastiere, piano e voce),a cui va aggiunta la presenza di Filippo Selvini alla chitarra, che lasciò la band dopo aver inciso le sue parti. Chiaramente ispirati dal progressive inglese dei ’70 ma anche del decennio
successivo, esordiscono nel 2018 con questo eccellente Embers, edito dalla Lizard Records, con cui mettono in luce
capacità compositive e un certo gusto per melodie umbratili e malinconiche.
L’album si apre con To make ends meet,
subito un lungo brano sospeso tra attimi onirici, hard prog e tenui momenti
riflessivi. L’ottimo inizio confluisce nella seguente Reverie, strumentale che mette in mostra le doti tecniche dei
ragazzi, prima della solidissima Riding
in the fog e della visionaria The
last 48 hours, una toccante ballata dai contorni drammatici. Il finale è
una lunga suite di quasi 25 minuti divisa in quattro capitoli, Marble House, dove gli emiliani sintetizzano
un background fatto di progressive, psichedelia e post rock, tra parti
atmosferiche, Mellotron e organo, con rimandi vintage che ben si
contestualizzano all’interno di una proposta che non sfigurerebbe affianco ai
colossi K-Scope. Nel febbraio di quest’anno è uscito, in sola versione
digitale, Underscore, entrambi
acquistabili dalla loro pagina marblehouseband.bandcamp.com . (Luigi Cattaneo)
The last 48 hours (Video)
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