Tornano i Diskanto (Loris Durando al basso, Fausto Punzi alla batteria, Stefano Scolaro alla chitarra elettrica e Marco Turati alla chitarra acustica e alla voce), band di Cremona attiva dal 1985 e che ha lavorato per due anni al nuovo Temerari sulle macchine volanti, disco intriso di rock cantautorale maturo e passionale, accostabile a Litfiba, Negrita e Timoria. L’iniziale Il lanciatore di coltelli ricorda ottime band underground come Le Jardin Des Bruits e Wendy?!, Odio gli indifferenti si fa tesa e aggressiva, mentre Ci credi ancora? si avvale della collaborazione della voce dell’ex Timoria Omar Pedrini. Vecchie abitudini propone un muro elettrico ferreo e potente, il flauto di Franco D’Aniello dei Modena City Ramblers ben si amalgama con la band in Zep, prima dell’oscura Un giro di vite e di Trentamila giorni, più vicina ad alcune pagini di Ligabue. Si riparte alla grande con l’energica Non avrai il mio scalpo, che anticipa la conclusiva Povero tempo nostro, omaggio al grande Gianmaria Testa, e resa in maniera delicata e profonda anche grazie alla partecipazione di Roberto Cipelli al pianoforte e al Fender Rhodes (conosciuto soprattutto per i lavori con Paolo Fresu), ottima chiusura di un disco vigoroso ma al contempo elegante. (Luigi Cattaneo)
Povero tempo nostro (Video)
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