Dietro il monicker Me vs Myself si cela Giorgio Pinardi, sperimentatore vocale che porta avanti da anni una propria ricerca sulle possibilità dello strumento voce, proprio come quel Demetrio Stratos ancora oggi celebrato da chi studia e analizza i meccanismi infiniti che regolano questo linguaggio espressivo. Mictlàn è il suo secondo lavoro (dopo Yggdrasill del 2015) e parte subito in maniera interessante con Khnum, sovrapporsi magnetico di voci che mette immediatamente in luce il talento di Giorgio, solitario cantore che utilizza la voce come unico strumento, mentre si struttura maggiormente Tin Hinan, viaggio etnico affascinante in cui ritmo, armonia e melodia sono costruite da Pinardi in maniera assolutamente congeniale, andando a creare una babele di suoni che sono figlie della sua curiosità, della sua voglia di esplorare. Giorgio esamina culture, richiama suoni ancestrali lontani, che imbeve di variabili ritmiche come nel caso di Gurfa, scandaglia suoni e timbri, fraseggi che guardano al continente africano e che si palesano nell’ottima Mbuki-Mvuki. Sygyzy diviene più livida, soprattutto per l’uso di suoni inquieti, mentre Tingo si avvicina alle atmosfere brasiliane della Samba, prima della lunga Ohrwurm, sospesa tra sperimentazione, sovrastrutture, spiritualità e melodie ricercate. Chiude il disco l’atmosferica Eostre, finale di un album nobile, fatto di suggestioni, di percezioni, di stupori che colpiscono e stordiscono l’ascoltatore e che rimandano a visioni di mondi distanti, che possiamo sentire a noi affini anche grazie ad opere come queste. (Luigi Cattaneo)
Official Teaser
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