Primo album per Renato
Tassiello, batterista che qui si fa accompagnare da Alberto Sempio alla
chitarra e Gigi Andreone al basso, un trio che diviene spessissimo quartetto
grazie alla presenza pressoché costante del clarinetto, suonato da Paolo
Tomelleri e Mauro Negri, due raffinati interpreti del jazz nostrano. La
componente jazz, prevalente, si sporca di rimandi fusion e piccole pulsioni
rock, un equilibrio costante che fa di Il
sognatore un debutto brillante, scritto in maniera curata e ottimamente
suonato da musicisti esperti e preparati. L’iniziale Big event è l’unica suonata in trio, si denota una compattezza
d’insieme da subito notevole, una vena jazz rock pulsante dettata da ritmiche
piene di groove e da una chitarra che appare ben presente e tutt’altro che
comprimaria. La title track e la seguente Mr.
Herbie vedono la presenza del maestro Tomelleri, tra suggestioni da
soundtrack, jazz club e omaggi, nemmeno tanto velati, a Sextant di Herbie Hancock, rivisitato però con grande temperamento
ed eleganza dal quartetto. Negri, altro interprete di fama internazionale, si
cala perfettamente nelle atmosfere di The
splinter, vicina ad alcune cose di John Scofield, quindi un jazz solido in
cui Sempio e l’ospite sfoggiano momenti solistici di valore, sempre sostenuti
da un motore ritmico efficiente e coeso. Tomelleri torna in Notes from Senegal, uno sguardo
sull’Africa condito proprio da uno straordinario lavoro del clarinetto, mentre la
conclusiva Infernal Rhythms si avvale
non solo di Tomelleri ma anche di Gabriele Comeglio al flauto, Luca Campioni al
violino e Simone Rossetti Bazzaro alla viola, episodio finale che riassume in
sé le varie anime del progetto di Tassiello. C’è anche una bonus track, Caravan, gradevole rivisitazione di un
brano di Juan Tizol, scritto nel 1936 per Duke Ellington e qui suonata da
Renato insieme al solo Tomelleri. (Luigi Cattaneo)
Big event (Official Video)
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