Uscito nel 2020, III è
l’ultimo lavoro dei Corpo, seguito di I e II, usciti in
simultanea nel 2016 (ma registrati nel 1979) grazie all’interessamento della
Lizard Records. I fratelli Calignano, Francesco alla chitarra e all’effettistica,
Biagio al piano, ai synth, al basso e alla batteria (più una nutrita schiera di
ospiti), tornano quindi con un disco tanto breve quanto interessante,
prevalentemente strumentale e parecchio influenzato dai ’70, anni in cui i
salentini assorbivano l’aria che si respirava in tutta Italia, seppure quella
zona in quel periodo non ha lasciato molte tracce di sé in quest’ambito
musicale. In poco più di 30 minuti si dipanano brani come Rue bourbon a New
Orleans, Lecce o Il tempo è solo illusione, che mettono
insieme jazz, sinfonismo, folk psichedelico ed elettronica, mostrando una discreta
personalità e idee che si rapportano con il passare degli anni, senza rimanere
del tutto ancorate ad una stagione storica ma molto lontana dall’attualità.
Canterbury, jazz rock, echi kraut e stravaganze in odore di Picchio dal pozzo, un
crogiuolo di sensazioni e umori molto descrittivi, che fanno di III un
album molto più maturo rispetto ai precedenti, confermando quanto sia sempre
attivo e foriero di novità il nostro underground. (Luigi Cattaneo)
Nessun commento:
Posta un commento