Secondo album per Melanie
Mau (voce) e Martin Schnella (chitarra e voce), coadiuvati per questo Invoke the ghosts da Mathias Ruck
(voce), Lars Lehmann (basso) e Simon Schröder (percussioni, bodhràn, batteria,
voce). Poco conosciuti qui in Italia, il duo unisce spunti folk, strutture
progressive e dettami hard, denotando una grossa capacità di scrittura,
abbinata alla cura certosina di arrangiamenti perfetti, con le parti acustiche
ben amalgamate nel contesto complessivo del racconto sviluppato. Storie e
leggende evocate con una certa perizia tecnica, che non fa a pugni con il lato
emozionale della proposta, ricca di pathos in diversi frangenti (Where’s my name e Of witches and a pure heart tra le mie prefertite). I riff di
Schnella e le compatte ritmiche percussive sostengono le armonie vocali della
Mau, che si muove agile sia quando la band costruisce trame prog, sia quando
colora di folk celtico le composizioni, come nel caso di Soulmate, che si contraddistingue anche per un’ottima sezione
strumentale e la presenza al violino di Steve Unruh (Unitopia, The Samurai of
prog). Per acquistare o ascoltare il disco potete visitare la pagina https://melaniemaumartinschnella.bandcamp.com/album/invoke-the-ghosts (Luigi Cattaneo)
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