Dopo la trilogia
iniziale, già sperimentale di suo, Battiato amplia ulteriormente la sua folle
proposta con Clic, album ancor più
provocatorio ed estremo. Solo un brano dei sette proposti si avvicina un minimo
alla forma canzone, No U Turn,
l’unico momento in cui è possibile incontrare genialità e gusto melodico, anche
se sui generis. Difatti da un inizio pervaso da suoni e versi narrati alla
rovescia si inerpica lenta una melodia sottile su cui Battiato declama liriche
piene di drammaticità. Per il resto, il siciliano, omaggia Stockhausen (e
d’altronde il disco è a lui dedicato) e Cage in maniera sincera. Anche dopo ripetuti
ascolti e a distanza di quasi 40 anni, Clic
è un lavoro difficile da assimilare, dove l’elettronica e i collage sonori
utilizzati ancora lasciano perplessi l’ascoltatore. C’è qualche rimando al
passato da poco trascorso, in particolare per la presenza del Quartetto
Ensemble del Conservatorio di Milano che dona un’aurea classica a diversi
episodi ma il tutto viene stravolto da rumori e sprazzi minimali che
soverchiano il concetto stesso di composizione. In questo Battiato si avvale
della collaborazione del solito Gianni Mocchetti al basso e alla chitarra, di
Gianfranco D’adda alle percussioni, di Piero Pizzamiglio e di Juri Camisasca.
Con quest’opera l’autore si avvicina alla musica concreta, ad un pubblico
decisamente diverso rispetto a quello dei grandi festival pop che aveva calcato
sino a quel momento. Perché si potrebbe dire tranquillamente che Clic più che un album è una raccolta di
suoni, di provocazioni volutamente disturbanti e forse anche per questo pecca
di poca omogeneità. C’è un approccio minimale che tanto lo avvicina a Terry
Riley, alla musica contemporanea e in minima parte alla scena kraut. Il piano e
il sax suggellano I Cancelli della
memoria, un buon viatico introduttivo percosso da una spirale elettronica
man mano più significativa, mentre suggestiva è l’atmosfera di Il Mercato degli Dei, che mescola ingredienti elettronici
vicini a Stockhausen ed elementi
classici a cui l’artista è sempre stato legato a doppio filo. Battiato
provoca nel collage Rien Ne Va Plus: Andante
inserendo qua e là applausi, voci, suoni, cani che abbaiano, rumori di
passi, in direzione di una musica totalmente rivolta alla sperimentazione e che
segna comunque il passo nella storia della musica italiana (piaccia o meno). Il
synth apre Propiedad Prohibida che ha
una melodia obliqua e si appoggia su arditi passaggi elettronici, mentre Nel Cantiere di un’infanzia è più
atmosferica, ipnotica e Battiato crea situazioni che sanno essere oscure e
decisamente intense. L’ide di collage si concretizza anche in Ethika For Ethica dove ascoltiamo una
marcetta, stralci di un discorso mussoliniano, un inno fascista e poi quello
italiano. Pura e consapevole provocazione. Clic
in qualche modo sintetizza l’amore del siculo per l’elettronica,
l’avanguardia e i puzzle sonori e si pone come punto d’incontro tra la musica
aleatoria, la contemporanea, Philip Glass e John Cage, lo space rock e la
classica. Ma nello stesso momento anticipa le mosse ancor più criptiche che di
lì in poi lo vedranno protagonista in M.elle
le “Gladiatior”, un album live improvvisato registrato con l’organo del
duomo di Monreale. (Luigi Cattaneo)
I cancelli della memoria (Video)
http://www.youtube.com/watch?v=TLz3EIIxroc
I cancelli della memoria (Video)
http://www.youtube.com/watch?v=TLz3EIIxroc
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