lunedì 17 marzo 2014

SIGMUND FREUD, Illusioni e il racconto di Claudio Ciuffa


È sempre bello poter ascoltare qualcosa che arriva direttamente dagli anni ’70, da uno dei tanti gruppi che all’epoca non hanno potuto dare testimonianze dirette della loro musica se non attraverso i festival che affollavano la penisola e a cui si era soliti partecipare. È la tipica storia nostalgica di band come Gli Spettri o i Quanah Parker, che hanno dovuto attendere decenni per poter realizzare un piccolo sogno. Ed è anche quella dei Sigmund Freud, band devota a strutture sinfoniche e suite come si usavano agli albori del progressive. Perché è da lì che arrivano i romani, da quella stagione in cui si cercavano nuove strade espressive e ci si allontanava da clichè abusati e già sentiti. Tutto qui richiama quel periodo. Dalle epiche trame sonore in odore di Banco del Mutuo Soccorso e Locanda delle Fate ai testi fantastici e pieni di allegorie. Probabilmente nascere nel 1972, in un Italia in cui Le Orme, la P.F.M. o i New Trolls ricevevano consensi e applausi, non poteva non portare dei giovani almeno a provarci. Claudio Ciuffa (chitarra, flauto, violino, sax soprano e autore di testi e musica) narra dell’incontro con Aldo Zambelli (tastiere): Avevo delle idee non ancora chiare, mi sentivo attraversato da suoni e melodie e tante, tante storie che mi giravano intorno,  tanti fogli riempiti di frammenti, di idee e quando incontrai Aldo, lo convinsi a venire in sala prove e cosi nacque Giochi d'Ombre. Solo successivamente entrarono in formazione Sergio Stellani (basso), Giancarlo Farulli (batteria) e Raffaele Albanesi (chitarra) per la formazione definitiva dei Sigmund Freud. E arriviamo al 2013, anno di pubblicazione di Illusioni (con line up originale ma l’aggiunta di Claudio Mazzetti alla batteria), cinque brani composti proprio nei primi anni ’70 e qui riproposti in maniera fedele per tutti i fans di un suono ancora oggi immortale e amato un po’ in tutto il mondo. Chiaro che qui il vintage si spreca e chi cerca novità, anche minime, farebbe bene a volgere lo sguardo altrove. Tutto guarda al progressive romantico che fu, all’Italia del già citato Banco e della Premiata, passando per i decani Jethro Tull e Van Der Graaf Generator, senza dimenticare l’hard dei Deep Purple e il rock dei Who. Inutile citare un brano del lavoro, sono tutti di buon livello, ammesso che si abbia voglia di riallacciare un discorso con un sound di 40 anni fa, un po’come fatto da i liguri Il Cerchio d’Oro. Qui di seguito proponiamo una breve intervista con Claudio Ciuffa che ha fatto per noi il punto della situazione e un bel riepilogo sui primi anni di carriera del gruppo.

 - Quando nasce la band?

 

La band nasce ufficialmente nei primi anni del ’70 e precisamente nell’estate del 1972, quando incontrai Aldo Zambelli, un tastierista che veniva a passare l’estate nei castelli romani. Avevo molte idee nel cassetto e suonando con lui nacque il mio primo vero brano, Giochi d’Ombre. Decidemmo di contattare altri musicisti per mettere insieme una band e, dopo aver girato mezza città di Roma e Castelli Romani, riuscimmo a trovare ciò che cercavamo, musicisti che amavano il rock classico di quel tempo, che ascoltavano la nostra stessa musica. Arrivarono Sergio Stellani al basso, Giancarlo Farulli alla batteria e Raffaele Albanesi alla chitarra. Erano nati i Sigmund Freud. Mettemmo su altri 4 brani e iniziò la nostra avventura.

 

- Avevate una buona attività live?

 

Data la particolarità della nostra musica era difficile esibirci in piazze paesane che richiedevano solo popolar music. Partecipavamo ai vari raduni rock che venivano organizzati nella capitale e in tutta la regione.

 

- Come mai nei ‘70 non avete pubblicato nulla?

 

Abbiamo fatto dei provini alla RCA, alla EMI e in altre etichette più piccole, tutte ci invitavano a comporre brani più commerciali, più orecchiabili, della durata dei soliti 3 minuti e 50 secondi! Avevamo un’età in cui è difficile prendere delle serie decisioni e non avevamo un manager che ci consigliasse la strada che potevamo seguire, così tutto rimase sospeso nell’aspettare chissà cosa, il tempo passava e il gruppo pian piano iniziò a sfaldarsi.

 

- Quando avete iniziato a pensare ad Illusioni?

 

Circa tre anni fa, grazie a Facebook ci siamo rincontrati e, dopo una pizza, abbiamo deciso di registrare un CD con i nostri vecchi brani, per pura goduria personale. Dopodiché, visto che non avevamo perso lo smalto sonoro, abbiamo deciso di realizzare un vero e proprio progetto musicale. Vorrei ringraziare il M° d’Arte Mario Roncaccia che ci ha permesso di utilizzare una sua opera, Miti, Poesia e Musica nella stampa del libretto del cd, che legava perfettamente al concetto di Illusioni. Un oceano immenso di figure reali e non, fondendo la fantasia e la realtà della musica in una sola cosa e sfociando nel grande labirinto della vita, che seppur infinitesimale, a noi pare infinito.

  

- Sono tutti pezzi dei ‘70?

 

Certo che si! Sono i pezzi originali realizzati nel 1972, ho ancora delle registrazioni che facevo durante le prove in cantina che non sono poi cosi male da ascoltare. Abbiamo voluto rifarli come li facevamo allora. 

 

- Avete pronti altri brani?

 

Stanno nascendo circa quindici nuovi brani sulle tematiche musicali che ci hanno accompagnato sino ad oggi. Restiamo degli inossidabili sessantottini vintage. Un pezzo nuovo, Nel Giardino della Fantasia, lo abbiamo proposto in anteprima nel recente concerto che abbiamo tenuto a Stazione Birra di Roma. Poi c’è Pendragon, una sorta di caccia alla volpe; Le Ali del Vento, che ho dedicato ad un ragazzo portatore di handicap; Saturn, la morte di un pianeta; Ballata, un piccolo viaggio tra regine e folletti e poi Medioeval, Talos, Andy. Credo che le idee ci siano e presto faremo ascoltare qualcosa sul nostro sito. 

 

- Siete riusciti a presentare con qualche concerto il lavoro?

 

Come ti dicevo abbiamo presentato il nostro progetto in due concerti romani a Stazione Birra e Jailbreak, al Palarockness di Genzano, al Parco Dandini a Rocca Priora e nella piazza principale di Monte Porzio Catone nei Castelli Romani.


- Che progetti avete per il futuro?

 

Abbiamo avuto un contatto con una etichetta discografica per la produzione e diffusione di Illusioni e, se tutto va bene, ci sarà una grande sorpresa per i nostri aficionados. Registreremo a breve il prossimo disco con i nuovi brani e nel frattempo inizieremo una tournée in alcuni teatri del Lazio sperando di venire a suonare anche a Milano e in altre città della nostra meravigliosa penisola.

 

 


Sito ufficiale: www.sigmundfreudmusic.com

               

 

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