È
sempre bello poter ascoltare qualcosa che arriva direttamente dagli anni ’70,
da uno dei tanti gruppi che all’epoca non hanno potuto dare testimonianze
dirette della loro musica se non attraverso i festival che affollavano la
penisola e a cui si era soliti partecipare. È la tipica storia nostalgica di
band come Gli Spettri o i Quanah Parker, che hanno dovuto attendere decenni per
poter realizzare un piccolo sogno. Ed è anche quella dei Sigmund Freud, band
devota a strutture sinfoniche e suite come si usavano agli albori del
progressive. Perché è da lì che arrivano i romani, da quella stagione in cui si
cercavano nuove strade espressive e ci si allontanava da clichè abusati e già
sentiti. Tutto qui richiama quel periodo. Dalle epiche trame sonore in odore di
Banco del Mutuo Soccorso e Locanda delle Fate ai testi fantastici e pieni di
allegorie. Probabilmente nascere nel 1972, in un Italia in cui Le Orme, la
P.F.M. o i New Trolls ricevevano consensi e applausi, non poteva non portare
dei giovani almeno a provarci. Claudio Ciuffa (chitarra, flauto, violino, sax
soprano e autore di testi e musica) narra dell’incontro con Aldo Zambelli
(tastiere): Avevo delle idee non ancora
chiare, mi sentivo attraversato da suoni e melodie e tante, tante storie che mi
giravano intorno, tanti fogli riempiti
di frammenti, di idee e quando incontrai Aldo, lo convinsi a venire in sala
prove e cosi nacque Giochi d'Ombre. Solo successivamente entrarono in
formazione Sergio Stellani (basso), Giancarlo Farulli (batteria) e Raffaele Albanesi
(chitarra) per la formazione definitiva dei Sigmund Freud. E arriviamo al 2013,
anno di pubblicazione di Illusioni (con
line up originale ma l’aggiunta di Claudio Mazzetti alla batteria), cinque
brani composti proprio nei primi anni ’70 e qui riproposti in maniera fedele
per tutti i fans di un suono ancora oggi immortale e amato un po’ in tutto il
mondo. Chiaro che qui il vintage si spreca e chi cerca novità, anche minime,
farebbe bene a volgere lo sguardo altrove. Tutto guarda al progressive romantico
che fu, all’Italia del già citato Banco e della Premiata, passando per i decani
Jethro Tull e Van Der Graaf Generator, senza dimenticare l’hard dei Deep Purple
e il rock dei Who. Inutile citare un brano del lavoro, sono tutti di buon
livello, ammesso che si abbia voglia di riallacciare un discorso con un sound
di 40 anni fa, un po’come fatto da i liguri Il Cerchio d’Oro. Qui di seguito
proponiamo una breve intervista con Claudio Ciuffa che ha fatto per noi il
punto della situazione e un bel riepilogo sui primi anni di carriera del
gruppo.
- Quando nasce la band?
La band nasce ufficialmente nei primi anni
del ’70 e precisamente nell’estate del 1972, quando incontrai Aldo Zambelli, un
tastierista che veniva a passare l’estate nei castelli romani. Avevo molte idee
nel cassetto e suonando con lui nacque il mio primo vero brano, Giochi d’Ombre. Decidemmo di contattare
altri musicisti per mettere insieme una band e, dopo aver girato mezza città di
Roma e Castelli Romani, riuscimmo a trovare ciò che cercavamo, musicisti che
amavano il rock classico di quel tempo, che ascoltavano la nostra stessa
musica. Arrivarono Sergio Stellani al basso, Giancarlo Farulli alla batteria e
Raffaele Albanesi alla chitarra. Erano nati i Sigmund Freud. Mettemmo su altri
4 brani e iniziò la nostra avventura.
- Avevate una buona attività live?
Data la particolarità della nostra musica
era difficile esibirci in piazze paesane che richiedevano solo popolar music.
Partecipavamo ai vari raduni rock che venivano organizzati nella capitale e in
tutta la regione.
- Come mai nei ‘70 non avete pubblicato
nulla?
Abbiamo fatto dei provini alla RCA, alla
EMI e in altre etichette più piccole, tutte ci invitavano a comporre brani più
commerciali, più orecchiabili, della durata dei soliti 3 minuti e 50 secondi!
Avevamo un’età in cui è difficile prendere delle serie decisioni e non avevamo
un manager che ci consigliasse la strada che potevamo seguire, così tutto
rimase sospeso nell’aspettare chissà cosa, il tempo passava e il gruppo pian
piano iniziò a sfaldarsi.
- Quando avete iniziato a pensare ad Illusioni?
Circa tre anni fa, grazie a Facebook ci
siamo rincontrati e, dopo una pizza, abbiamo deciso di registrare un CD con i
nostri vecchi brani, per pura goduria personale. Dopodiché, visto che non
avevamo perso lo smalto sonoro, abbiamo deciso di realizzare un vero e proprio
progetto musicale. Vorrei ringraziare il M° d’Arte Mario Roncaccia che ci ha
permesso di utilizzare una sua opera, Miti,
Poesia e Musica nella stampa del libretto del cd, che legava perfettamente
al concetto di Illusioni. Un oceano
immenso di figure reali e non, fondendo la fantasia e la realtà della musica in
una sola cosa e sfociando nel grande labirinto della vita, che seppur
infinitesimale, a noi pare infinito.
- Sono tutti pezzi dei ‘70?
Certo che si! Sono i pezzi originali
realizzati nel 1972, ho ancora delle registrazioni che facevo durante le prove
in cantina che non sono poi cosi male da ascoltare. Abbiamo voluto rifarli come
li facevamo allora.
- Avete pronti altri brani?
Stanno nascendo circa quindici nuovi brani
sulle tematiche musicali che ci hanno accompagnato sino ad oggi. Restiamo degli
inossidabili sessantottini vintage. Un pezzo nuovo, Nel Giardino della Fantasia, lo abbiamo proposto in anteprima nel
recente concerto che abbiamo tenuto a Stazione Birra di Roma. Poi c’è Pendragon, una sorta di caccia alla
volpe; Le Ali del Vento, che ho
dedicato ad un ragazzo portatore di handicap; Saturn, la morte di un pianeta; Ballata,
un piccolo viaggio tra regine e folletti e poi Medioeval, Talos, Andy. Credo che le idee ci siano e
presto faremo ascoltare qualcosa sul nostro sito.
- Siete riusciti a presentare con qualche
concerto il lavoro?
Come ti dicevo abbiamo presentato il
nostro progetto in due concerti romani a Stazione Birra e Jailbreak, al
Palarockness di Genzano, al Parco Dandini a Rocca Priora e nella piazza
principale di Monte Porzio Catone nei Castelli Romani.
- Che progetti avete per il futuro?
Abbiamo avuto un contatto con una
etichetta discografica per la produzione e diffusione di Illusioni e, se tutto va bene, ci sarà una grande sorpresa per i
nostri aficionados. Registreremo a breve il prossimo disco con i nuovi brani e nel
frattempo inizieremo una tournée in alcuni teatri del Lazio sperando di venire
a suonare anche a Milano e in altre città della nostra meravigliosa penisola.
Contact: info@sigmundfreudmusic.com
Sito ufficiale: www.sigmundfreudmusic.com
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