giovedì 27 marzo 2014

IL FAUNO DI MARMO, Canti, Racconti e Altre Battaglie (2013)


Il Fauno di Marmo è l’ennesimo nome prog  ispirato ad uno dei tanti meravigliosi sceneggiati che potevamo ammirare nei ’70, a sua volta tratto dal romanzo di Nathaniel Hawthorne. Dopo le tinte gotiche che l’Impero delle Ombre ha donato ai Compagni di Baal (serie francese e disco omonimo dei salentini) e la rivisitazione di alcune colonne sonore di quei prodotti a nome L’ombra della Sera (un affascinante e personale progetto di Fabio Zuffanti), ecco che Il Fauno di Marmo (ex The Rebus, band con all’attivo 2 album in studio e un live) ci propone un disco totalmente rivolto al passato e che potrebbe tranquillamente essere uscito nel 1973. Pregio o difetto? Dipende da quello che si cerca attualmente nel progressive. Nuovi confini da esplorare o riproposizione di un sound oramai quarantennale? Certo è che i ragazzi non sono degli esordienti e questo trapela da ogni singola nota che, per dovere di cronaca, fa di Canti, Racconti e altre Battaglie un album davvero piacevole e zeppo di spunti interessanti. Luca Sterle (voce, flauto, sax), Valerio Colella (chitarra), Francesco Bonavita (tastiere), Alberto Ballarè (basso) e Luca Carboni (batteria), non fanno nulla per evitare citazioni e omaggi. Osanna, Nuova Idea, Delirium, Biglietto per l’inferno (e compagnia suonante), tutti citati tra le trame di un viaggio vintage che avrà sicura e duratura presa su chi è legato a certi nomi storici della corrente italiana. La band, pur non proponendo novità stilistiche, convince e a tratti entusiasma, appare matura e coesa verso l’obiettivo, con brani trascinanti come l’opener Benvenuti al Circo (con un bellissimo messaggio animalista) in cui è possibile apprezzare anche le doti di Simone D’Eusanio al violino. Hop Frog è uno dei momenti più intensi, una piccola suite che celebra l’immaginario prog con un testo di stampo fantasy, le consuete tastiere e un approccio hard che non guasta affatto. Contagiose le godibili melodie di Magic Kazoo e Madre natura (con degli ottimi inserimenti flautistici di Sterle) e la strumentale Nova Res. Non mollare mai, impreziosita da un fine lavoro di hammond, sembra uscire da un vecchio vinile, mentre la cover di Un villaggio, un’illusione di Quella Vecchia Locanda, non fa altro che confermare da dove arrivi l’ispirazione compositiva. Valide anche La battaglia di Kosovo-Polje, con il suo andamento folk e il finale dedicato a Dorian Gray,uno dei pezzi meglio riusciti tra i presenti e degna chiusura di un lavoro passionale e verace. (Luigi Cattaneo)

Dorian Gray (Video)
  

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