Qualunque
appassionato di progressive, non solo italiano, conosce i Maxophone. Sarebbe
strano il contrario. Perché quasi quarant’anni fa, nel 1975, i milanesi
pubblicarono uno degli album più significativi della stagione d’oro del prog,
corollario di quanto si era già fatto in quel campo ma suonato e creato con una
perizia davvero notevole. Un campo in cui incontravi la raffinatezza melodica
dei New Trolls e le armonie dei Gentle Giant. Peccato che i tempi iniziavano ad
essere nefasti per un certo genere musicale e di lì a poco si sarebbero perse
le tracce anche di questo incredibile complesso. Chiaro che un nome del genere
non poteva essere esentato dal ripresentarsi perlomeno in veste live in questo
periodo di revival e reunion varie. In realtà solo Sergio Lattuada e Alberto
Ravasini sono della partita, mentre gli altri sono tutti nuovi membri.
Credibili o meno, sta di fatto che i nuovi Maxophone dal vivo appaiono
calibrati e per nulla intimoriti da paragoni ingombranti con un passato
luminoso. Anzi, affrontano la sfida con rinnovato vigore ed entusiasmo (chi li
ha visti in azione sa di cosa parlo). E qui, in questo Live in Tokio (etichetta Aereostella), registrato al Club Città di
Kawasaki il 26 aprile 2013 (all’interno dell’Italian Progressive Rock Festival), la band ripropone come è logico
che sia l’intero album d’esordio. Vengono meno i tanti fiati che il gruppo
utilizzava negli anni ’70 e quelle ampie sezioni strumentali vengono prese in
carico dalle tastiere di Lattuada su cui si innesta la chitarra hard di Marco
Tomasini. Chiaro che viene meno il calore che possono darti strumenti come il
clarinetto, il sax o la tromba a favore di un maggiore impatto d’insieme, per
un suono comunque meno vintage e più proiettato nel 2014. Il valore dei singoli
brani è talmente alto che l’effetto non dispiace e i Maxophone così facendo
evitano in qualche modo l’effetto dèjà vu. Le cose più interessanti,
soprattutto per chi conosce alla perfezione il repertorio dell’ensemble, sono
l’inedita L’isola (ma del 1971), Our guilding star (che è la versione
inglese di Il fischio del vapore, un
raro 45 del 1977) e Guardian Angel,
un altro brano mai pubblicato dalla band e ottima base di partenza per un nuovo
lavoro. Che davvero attendiamo con impazienza e curiosità. (Luigi Cattaneo)
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