mercoledì 12 marzo 2014

MAXOPHONE, Live in Tokio (2013)


Qualunque appassionato di progressive, non solo italiano, conosce i Maxophone. Sarebbe strano il contrario. Perché quasi quarant’anni fa, nel 1975, i milanesi pubblicarono uno degli album più significativi della stagione d’oro del prog, corollario di quanto si era già fatto in quel campo ma suonato e creato con una perizia davvero notevole. Un campo in cui incontravi la raffinatezza melodica dei New Trolls e le armonie dei Gentle Giant. Peccato che i tempi iniziavano ad essere nefasti per un certo genere musicale e di lì a poco si sarebbero perse le tracce anche di questo incredibile complesso. Chiaro che un nome del genere non poteva essere esentato dal ripresentarsi perlomeno in veste live in questo periodo di revival e reunion varie. In realtà solo Sergio Lattuada e Alberto Ravasini sono della partita, mentre gli altri sono tutti nuovi membri. Credibili o meno, sta di fatto che i nuovi Maxophone dal vivo appaiono calibrati e per nulla intimoriti da paragoni ingombranti con un passato luminoso. Anzi, affrontano la sfida con rinnovato vigore ed entusiasmo (chi li ha visti in azione sa di cosa parlo). E qui, in questo Live in Tokio (etichetta Aereostella), registrato al Club Città di Kawasaki il 26 aprile 2013 (all’interno dell’Italian Progressive Rock Festival), la band ripropone come è logico che sia l’intero album d’esordio. Vengono meno i tanti fiati che il gruppo utilizzava negli anni ’70 e quelle ampie sezioni strumentali vengono prese in carico dalle tastiere di Lattuada su cui si innesta la chitarra hard di Marco Tomasini. Chiaro che viene meno il calore che possono darti strumenti come il clarinetto, il sax o la tromba a favore di un maggiore impatto d’insieme, per un suono comunque meno vintage e più proiettato nel 2014. Il valore dei singoli brani è talmente alto che l’effetto non dispiace e i Maxophone così facendo evitano in qualche modo l’effetto dèjà vu. Le cose più interessanti, soprattutto per chi conosce alla perfezione il repertorio dell’ensemble, sono l’inedita L’isola (ma del 1971), Our guilding star (che è la versione inglese di Il fischio del vapore, un raro 45 del 1977) e Guardian Angel, un altro brano mai pubblicato dalla band e ottima base di partenza per un nuovo lavoro. Che davvero attendiamo con impazienza e curiosità. (Luigi Cattaneo)


Nessun commento:

Posta un commento