domenica 13 aprile 2014

EMPIRICAL TIME, Songs, Poems and a Lady (2013)


Da Padova giunge questo nuovo e giovane progetto che risponde al nome di Empirical Time, gruppo formatosi nel 2011 e capace in soli 2 anni di dar vita a questo interessante esordio, Songs, Poems and a Lady. L’idea che accompagna la band è quella di cercare un suono il più personale possibile, partendo però da radici certe e lontane, quelle tipicamente settantiane del progressive e della psichedelia. Portare queste sonorità in un’epoca attuale non sempre è compito facile. Staccarsi da alcuni stereotipi, avendo come base di partenza proprio quell’era che li ha generati, può creare enormi difficoltà. Ci riescono in parte gli Empirical Time. Riccardo Scarparo (piano, tastiere, sintetizzatori e voce), Federico Galleani (chitarra e voce), Giovanni Croatto (chitarra e voce), Robert Anthony Jameson (batteria) e Andrea Baggio (basso) riescono a ricreare certe sonorità vintage bagnandole con un tocco più vicino ai giorni nostri, senza stravolgere canoni acquisiti ma operando attraverso un lavoro di sottrazione di elementi magniloquenti o eccessivamente sinfonici. Appare evidente come i punti di riferimento siano comunque da ricercare in quei gruppi che operavano 40 anni fa e oltre. Pink Floyd (i più omaggiati), Genesis, Yes, Emerson Lake & Palmer e Gentle Giant. Se è vero che la struttura del lavoro ricorda band storiche del passato è anche vero che Songs, Poems and a Lady non (s)cade nell’effetto nostalgia, lo allontana tentando di affermare che si può provare a ricreare quelle suggestioni utilizzando altri parametri. Un po’ come stanno cercando di fare i Camera Chiara e i Laviantica (giusto per citarne un paio). Fin dall’iniziale A slumber did my spirit seal si possono cogliere le atmosfere dei Pink Floyd accostate alle migliori pagine offerte dal progressive inglese, in un turbinio di suoni caldi e avvolgenti. Strange fits of passion appare più sperimentale e personale, soprattutto nei momenti maggiormente free, mentre nuovamente settantiana è la successiva She dwelt among the untodden ways. Ottime la lunga Three years she grew in sun and shower, summa del suono Empirical Time e la ballata piena di grazia I travelled among unknown men. Tutto il disco è comunque assolutamente gradevole e ambizioso, con parecchi spunti di valore, che forse in qualche momento potevano essere meglio focalizzati, in special modo negli episodi più lunghi, che a volte risultano un po’ prolissi. Voglia sfrenata di proporre tutto il bagaglio culturale in possesso probabilmente, ma la band ha grandi potenzialità e non mi stupirei se già il prossimo passo fosse quello della definitiva maturazione artistica. (Luigi Cattaneo)

Three years she grew in sun and shower (Live)


    

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