Da Padova giunge questo
nuovo e giovane progetto che risponde al nome di Empirical Time, gruppo
formatosi nel 2011 e capace in soli 2 anni di dar vita a questo interessante
esordio, Songs, Poems and a Lady.
L’idea che accompagna la band è quella di cercare un suono il più personale
possibile, partendo però da radici certe e lontane, quelle tipicamente
settantiane del progressive e della psichedelia. Portare queste sonorità in
un’epoca attuale non sempre è compito facile. Staccarsi da alcuni stereotipi, avendo
come base di partenza proprio quell’era che li ha generati, può creare enormi
difficoltà. Ci riescono in parte gli Empirical Time. Riccardo Scarparo (piano,
tastiere, sintetizzatori e voce), Federico Galleani (chitarra e voce), Giovanni
Croatto (chitarra e voce), Robert Anthony Jameson (batteria) e Andrea Baggio
(basso) riescono a ricreare certe sonorità vintage bagnandole con un tocco più
vicino ai giorni nostri, senza stravolgere canoni acquisiti ma operando
attraverso un lavoro di sottrazione di elementi magniloquenti o eccessivamente
sinfonici. Appare evidente come i punti di riferimento siano comunque da
ricercare in quei gruppi che operavano 40 anni fa e oltre. Pink Floyd (i più
omaggiati), Genesis, Yes, Emerson Lake & Palmer e Gentle Giant. Se è vero
che la struttura del lavoro ricorda band storiche del passato è anche vero che Songs, Poems and a Lady non (s)cade
nell’effetto nostalgia, lo allontana tentando di affermare che si può provare a
ricreare quelle suggestioni utilizzando altri parametri. Un po’ come stanno
cercando di fare i Camera Chiara e i Laviantica (giusto per citarne un paio).
Fin dall’iniziale A slumber did my spirit
seal si possono cogliere le atmosfere dei Pink Floyd accostate alle
migliori pagine offerte dal progressive inglese, in un turbinio di suoni caldi
e avvolgenti. Strange fits of passion
appare più sperimentale e personale, soprattutto nei momenti maggiormente free,
mentre nuovamente settantiana è la successiva She dwelt among the untodden ways. Ottime la lunga Three years she grew in sun and shower,
summa del suono Empirical Time e la
ballata piena di grazia I travelled among
unknown men. Tutto il disco è comunque assolutamente gradevole e ambizioso,
con parecchi spunti di valore, che forse in qualche momento potevano essere
meglio focalizzati, in special modo negli episodi più lunghi, che a volte
risultano un po’ prolissi. Voglia sfrenata di proporre tutto il bagaglio
culturale in possesso probabilmente, ma la band ha grandi potenzialità e non mi
stupirei se già il prossimo passo fosse quello della definitiva maturazione
artistica. (Luigi Cattaneo)
Three years she grew in sun and shower (Live)
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