Ci siamo occupati
recentemente dei Prowlers raccontando il loro show di qualche giorno fa al
Murrayfield Pub di Chiasso e analizzando il disco dal vivo Prowlerslive uscito nel 2013. Eccoli di nuovo in sella con questo Mondi Nuovi, album di cui si conosceva
già la splendida Guardando dentro te,
proposta proprio in quel live dell’anno passato. La buona impressione raccolta
durante il concerto svizzero, serata che è servita anche per presentare al
pubblico il nuovo lavoro, viene confermata con l’ascolto del platter, e non fa
altro che constatare lo stato di salute del gruppo bergamasco. Le prime tracce
portano subito l’ascoltatore in un mondo pieno di delicate melodie, spunti
evocativi e tratti emozionali da sempre nel dna dei Prowlers. Ciò è portato
all’apice proprio da Guardando dentro te,
un piccolo gioiello in cui il gruppo utilizza con efficacia la Suite Orchestra
di Chiari su un tessuto impregnato di folk e chitarre acustiche. In realtà non
sono da meno l’iniziale title track e la validissima Vivo ancora, ottime per risaltare l’espressività di Laura Mombrini,
voce dal timbro particolare e sempre efficace. La band, oltre a stacchi
tipicamente prog, ha una vena folk che è in grado di spostare l’asse verso un
suono decisamente peculiare. Le capacità tecniche sono di prim’ordine ma Alfio
Costa (tastiere) e Stefano Piazzi (chitarra), i due compositori, appaiono molto
più attenti nel cercare un impatto d’insieme e un equilibrio tra complessità,
ricchi arrangiamenti e forma canzone. Da qui il ricorso ad elementi folk o
cantautorali rivestiti con del sano new prog, un incontro che si fa vibrante e
risulta anche coerente. Lo stile è sognante ma mai melenso e ne sono una prova
tangibile La danza di Madre Natura e
la delicata ballata voce-chitarra acustica Melaquadro.
Gradevole l’omaggio agli indiani d’America di Giovane Falco e molto sentita Ultima
Notte, brano che parla della violenza sulle donne. Di alto livello è Disordinaria, traccia in cui gli
strumenti si intersecano tra loro creando un interplay con gli archi
dell’orchestra, il tutto sostenuto dalla decisa sezione ritmica formata dai
bravissimi Roberto “Bobo” Aiolfi al basso e Giovanni “Giana” Vezzoli alla
batteria. Chiusura affidata alla tenue psichedelia di Soldato Stanco, bella conclusione per un album che testimonia, se
mai ce ne fosse stato bisogno, l’importanza dei Prowlers all’interno del
panorama prog italiano. (Luigi Cattaneo)
Mondi Nuovi (Video)
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