martedì 15 aprile 2014

PROWLERS, Mondi Nuovi (2014)


Ci siamo occupati recentemente dei Prowlers raccontando il loro show di qualche giorno fa al Murrayfield Pub di Chiasso e analizzando il disco dal vivo Prowlerslive uscito nel 2013. Eccoli di nuovo in sella con questo Mondi Nuovi, album di cui si conosceva già la splendida Guardando dentro te, proposta proprio in quel live dell’anno passato. La buona impressione raccolta durante il concerto svizzero, serata che è servita anche per presentare al pubblico il nuovo lavoro, viene confermata con l’ascolto del platter, e non fa altro che constatare lo stato di salute del gruppo bergamasco. Le prime tracce portano subito l’ascoltatore in un mondo pieno di delicate melodie, spunti evocativi e tratti emozionali da sempre nel dna dei Prowlers. Ciò è portato all’apice proprio da Guardando dentro te, un piccolo gioiello in cui il gruppo utilizza con efficacia la Suite Orchestra di Chiari su un tessuto impregnato di folk e chitarre acustiche. In realtà non sono da meno l’iniziale title track e la validissima Vivo ancora, ottime per risaltare l’espressività di Laura Mombrini, voce dal timbro particolare e sempre efficace. La band, oltre a stacchi tipicamente prog, ha una vena folk che è in grado di spostare l’asse verso un suono decisamente peculiare. Le capacità tecniche sono di prim’ordine ma Alfio Costa (tastiere) e Stefano Piazzi (chitarra), i due compositori, appaiono molto più attenti nel cercare un impatto d’insieme e un equilibrio tra complessità, ricchi arrangiamenti e forma canzone. Da qui il ricorso ad elementi folk o cantautorali rivestiti con del sano new prog, un incontro che si fa vibrante e risulta anche coerente. Lo stile è sognante ma mai melenso e ne sono una prova tangibile La danza di Madre Natura e la delicata ballata voce-chitarra acustica Melaquadro. Gradevole l’omaggio agli indiani d’America di Giovane Falco e molto sentita Ultima Notte, brano che parla della violenza sulle donne. Di alto livello è Disordinaria, traccia in cui gli strumenti si intersecano tra loro creando un interplay con gli archi dell’orchestra, il tutto sostenuto dalla decisa sezione ritmica formata dai bravissimi Roberto “Bobo” Aiolfi al basso e Giovanni “Giana” Vezzoli alla batteria. Chiusura affidata alla tenue psichedelia di Soldato Stanco, bella conclusione per un album che testimonia, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’importanza dei Prowlers all’interno del panorama prog italiano. (Luigi Cattaneo)

Mondi Nuovi (Video)


 

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