venerdì 4 aprile 2014

PROGENESI, Ulisse L'alfiere Nero (2012)


Una cascata di prog sinfonico caratterizza questo bellissimo concept strumentale d’esordio dei Progenesi, una giovane band milanese guidata dalle sapienti mani di Giulio Stromendo (piano, hammond, synth e tastiere), compositore e arrangiatore di tutto il progetto. Le reminiscenze di studi classici si sposano con ondate di rock progressivo creando una miscela non proprio originale ma estremamente coinvolgente. Ritroviamo elementi tipici della scena italica (Le Orme, Premiata Forneria Marconi) ma anche rimandi a mostri sacri internazionali (Genesis, Emerson Lake & Palmer) e in misura minore al jazz (Dave Brubeck in particolare). La musica dei Progenesi è volutamente descrittiva e ogni titolo si accompagna alle foto interne del booklet, per quello che è il resoconto in note del famoso episodio del cavallo di Troia di Ulisse. Ulisse L’alfiere Nero è un album vivace già dall’iniziale La gioia della pace, con l’hammond vintage di Stromendo a dettare le linee guida del pezzo, insieme al pianoforte di ascendenza classica, per quello che è un brano vicino a certi episodi della P.F.M. Non manca di portare il suo contributo Patrik Matrone, ottimo chitarrista ed elemento che riuscirà a spiccare per tutto il lavoro, bravo sia nell’assecondare le fughe del leader che nel ritagliarsi spazi solistici di livello. La strategia è inspirata a Suite op.14 di Bela Bartok, altro riferimento di Stromendo, che qui unisce spunti classici con il jazz rock, forte anche delle capacità della sezione ritmica formata da Omar Ceriotti alla batteria e Dario Giubileo al basso. La band ha davvero delle capacità sopra la media e non sono da meno special guests come Issei Watanabe al violoncello ed Eloisa Manera al violino, musicisti spigliati e di caratura. La lunga Il Blue della Notte (11 minuti) è puro progressive, epico e suonato in maniera strabiliante, pieno di spunti e idee come poche volte capita di sentire in un esordio. Il rosso della notte è una suite divisa in 2 parti, dove si trovano tutti gli elementi che caratterizzano il sound del quartetto, in un turbinio di hard prog, fughe di hammond, sprazzi classici e passaggi atmosferici pieni di grazia. Finale con Un grande eroe, altri 10 minuti di omaggio alla stagione d’oro del progressive, degna chiusura di un disco suggestivo e pieno di pathos. (Luigi Cattaneo) 

Il Blue della Notte (Video)


       

 

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