Una cascata di prog
sinfonico caratterizza questo bellissimo concept strumentale d’esordio dei
Progenesi, una giovane band milanese guidata dalle sapienti mani di Giulio
Stromendo (piano, hammond, synth e tastiere), compositore e arrangiatore di
tutto il progetto. Le reminiscenze di studi classici si sposano con ondate di
rock progressivo creando una miscela non proprio originale ma estremamente
coinvolgente. Ritroviamo elementi tipici della scena italica (Le Orme, Premiata
Forneria Marconi) ma anche rimandi a mostri sacri internazionali (Genesis,
Emerson Lake & Palmer) e in misura minore al jazz (Dave Brubeck in
particolare). La musica dei Progenesi è volutamente descrittiva e ogni titolo
si accompagna alle foto interne del booklet, per quello che è il resoconto in
note del famoso episodio del cavallo di Troia di Ulisse. Ulisse L’alfiere Nero è un album vivace già dall’iniziale La gioia della pace, con l’hammond
vintage di Stromendo a dettare le linee guida del pezzo, insieme al pianoforte
di ascendenza classica, per quello che è un brano vicino a certi episodi della
P.F.M. Non manca di portare il suo contributo Patrik Matrone, ottimo
chitarrista ed elemento che riuscirà a spiccare per tutto il lavoro, bravo sia
nell’assecondare le fughe del leader che nel ritagliarsi spazi solistici di
livello. La strategia è inspirata a Suite op.14 di Bela Bartok, altro
riferimento di Stromendo, che qui unisce spunti classici con il jazz rock,
forte anche delle capacità della sezione ritmica formata da Omar Ceriotti alla
batteria e Dario Giubileo al basso. La band ha davvero delle capacità sopra la
media e non sono da meno special guests come Issei Watanabe al violoncello ed
Eloisa Manera al violino, musicisti spigliati e di caratura. La lunga Il Blue della Notte (11 minuti) è puro
progressive, epico e suonato in maniera strabiliante, pieno di spunti e idee
come poche volte capita di sentire in un esordio. Il rosso della notte è una suite divisa in 2 parti, dove si trovano
tutti gli elementi che caratterizzano il sound del quartetto, in un turbinio di
hard prog, fughe di hammond, sprazzi classici e passaggi atmosferici pieni di
grazia. Finale con Un grande eroe,
altri 10 minuti di omaggio alla stagione d’oro del progressive, degna chiusura
di un disco suggestivo e pieno di pathos. (Luigi Cattaneo)
Il Blue della Notte (Video)
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