mercoledì 22 novembre 2017

MACHINE MASS, Machine Mass plays Hendrix (2017)


Celebrare alcuni personaggi chiave del novecento musicale e dell’immaginario collettivo come Pink Floyd, Zappa e in questo caso Jimi Hendrix presuppone avere quantomeno una discreta dose di follia, quella che ha spinto i Machine Mass a tributare il genio di Seattle. Ci vuole anche talento ovviamente ma di quello sono indubbiamente forniti Antoine Guenet (tastiere, synth e piano acustico) dei Wrong Object e degli Univers Zero, Michelle Delville (chitarra), anche lui proveniente dai Wrong Object e presente anche nel sestetto di Alex Maguire e nei douBt e Tony Bianco (batteria e percussioni), elemento che ha suonato con Elton Dean e Dave Liebman. Il trio è una combinazione vincente di psichedelia, rock progressivo settantiano e jazz canterburiano, elementi che vengono instillati in brani immortali come Purple Haze, Spanish Castle Magic o Fire, di cui rimane l’archetipo oltre che alcune dinamiche originali. La band non segue giustamente il canovaccio hendrixiano ma vola libera, fresca, premia l’istinto con passaggi al limite del free, suggella gli arrangiamenti con vibranti tessiture di synth e tastiere che completano una revisione in cui convive lo spirito di Jimi con l’autonomia di interpreti esperti e sicuri. Un’operazione rischiosa ma affascinante, proprio per la ferrea volontà di limitare convenzioni e inibire steccati (come da tradizione Moonjune Records), di non muoversi lungo una sola linea retta ma di inerpicarsi in un labirinto di prospettive, ripensando il percorso di Hendrix con acume e rispetto. Machine Mass plays Hendrix è un grande omaggio, brillante e avventuroso, consigliato agli estimatori della sua musica, che è sempre stata senza catene e schemi precostruiti. (Luigi Cattaneo)
 
You got me floatin (Video)
 

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